Presentato allo
Sciacca Film Fest, “Um Baiano Pirandelliano”, opera di Eduardo Veneziano, ha
coinvolto il pubblico in sala (nelle due proiezioni ad esso dedicate)
trasportandolo in una realtà considerata fin troppo spesso lontana anni luce
dalla nostra verità. Attraverso la “follia”, l’arte, l’amore, ci si rende conto
di quanto poco si notano le esigenze l’altro, considerando più importante l’esaltazione
di se stessi, nella più totale massificazione dell’umanità, ignorando la rovina che stiamo
causando con le nostre stesse azioni.
Un docufilm che
riesce a compiere un percorso, non facile, attraverso il punto di vista di
Menelaw Sete, un’artista brasiliano, relegato al concetto di art-brut, che in
realtà si fa profeta della sofferenza del nostro pianeta. Un’arte povera, fatta
di sensazioni più che di bellezza, ma che nella sua durezza si mostra come profezia eco di quei sentimenti più viscerali e primordiali. Una denuncia che,
solo in parte resta legata all’ecologia ma che, in realtà racconta la
condizione stessa in cui l’uomo si è annichilito.
La sceneggiatura,
cucita in maniera sartoriale su questa personalità, crea un
linguaggio universalmente comprensibile. La linearità di pensiero, che il montaggio crea, è fondamentale per muoversi nella mappa
profetica che il nostro Pirandello; illustrando il dolore che stiamo provocando al pianeta. Pittura,
scultura, cinepresa e persino animazione si uniscono in un connubio in grado di
unificare lingue e culture geograficamente distanti; creando, in un
suggestivo contrasto tra realtà e immaginario, un quadro in grado di evidenziare quanto l'uomo moderno sia causa della propria fine. Solo tra tanti. Sperduto nella massa. Sensazioni che spingono l'individuo a nascondersi in quel cieco consumismo che sta distruggendo la terra in cui viviamo. Avvertenza che viene rafforzata nel momento in cui il protagonista racconta il suo contatto con uno dei più grandi artisti del territorio saccense, legandosi al pittore e scultore Filippo Bentivegna - e alla città di Sciacca - in modo indissolubile.
Il pubblico è stato in grado di cogliere la bellezza di questa narrazione, tanto da premiare le due proiezioni.
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