Visionato in anteprima nazionale dai giurati del Giffoni
Film Festival, Annabelle 2: Creation è il film horror atteso per questa estate. Il target di età, non rispettato, doveva coinvolgere solo i maggiorenni, ma è inutile sottolineare come la sala era praticamente pregna di tredicenni alla ricerca del brivido facile.
Parlando del film, ci troviamo a un nuovo capitolo della saga di "The Conjuring". Come suggerisce la specificazione nel titolo, ci si rende subito conto che siamo davanti a un prequel che ci spiega come la bambola ha acquisito i suoi poteri. La prima su cento che, restando con la famiglia, diventa la classica portatrice di un demone che si rafforza per merito della perduta speranza dei genitori della compianta Annabelle. Forse sto andando troppo in fretta? Rallento un attimo.
Siamo davanti a una pellicola anti-singhiozzo, che punta la
sua forza nel montaggio sonoro che sul vero e proprio orrore; poco sangue per
lo standard che gli americani hanno posto nelle ultime uscite cinematografiche,
ma antiche leggende demoniache che potrebbero essere dense di suspance. Un
horror che in realtà perde la sua potenza (soprattutto se visto a casa); in quanto vi farebbe più paura se all'improvviso, voltato l'angolo, vi trovaste faccia a faccia con qualcosa fuori posto. Siamo
davanti a una narrazione lineare, forse fin troppo, con la classica ragazzina
impicciona dalla fine facilmente intuibile. I "non farlo e poi lo fa", si sprecano al punto di ritrovarsi senza speranze con gli occhi rovesciati all'indietro.
A salvare il lavoro, dal punto di vista tecnico, ci pensano fotografia e inquadrature. Ottimo è il taglio della telecamera, capace di farti puntare l'attenzione su un particolare facendoti ripetere "adesso le appare dove non stiamo guardando", quando in realtà ciò non accade creando così la sospensione necessaria per poter avere almeno un sussulto sulla poltrona.
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