Cari lettori, oggi avrete la possibilità di conoscere una giovane artista che, di recente, si sta facendo conoscere anche dal suo profilo su spotify. Stiamo parlando della talentuosa J. Marano, giovane cantautrice che da della sua musica un'arma per poter affrontare le difficoltà che la colpiscono. Proprio in questo periodo si sta confrontando con il palco, deve essere sicuramente dura uscire dal conforto della stanza per darsi in pasto al pubblico, ma sembra che lei ci stia riuscendo perfettamente. Prima di lasciarvi alle sue parole, vi lascio i link che vi porteranno ai suoi profili social, così da poter capire voi stessi cosa mi piace tanto di questa ragazza.
D: Dicci un
po’ chi sei e cosa fai nella vita
R: Sono nata in provincia di Cosenza, San Giovanni in Fiore per
l’esattezza, nella bellissima terra calabrese.
Studio lingue all’università di Napoli. Ho sempre amato
l’inglese e questo mi ha spinto sin da bambina ad imparare le canzoni in questa
lingua e poi successivamente a scriverle io stessa.
Sono nata in una famiglia di musicisti.
La mia passione la devo completamente a mio padre, Vittorio. Lui mi ha insegnato a suonare la chitarra all’età di dodici
anni.
Ricordo ancora la prima canzone che ho imparato a
suonare: Knockin on Heaven’s Door.
La versione di Avril
Lavigne, mia cantante preferita di allora e mia ispirazione, una delle
tante,ancora adesso.
Ho scritto la prima canzone a dodici anni, una canzone che
rispecchiava la mia adolescenza e la fase di ribellione.
Per fortuna il tono poi è cambiato e con questo anch’io.
D: Descriviti
in tre parole
R: Testarda – solare – altruista.
E’ difficile farmi cambiare idea su un qualcosa di cui io
già sono sicura, anzi oserei dire impossibile.
Non sono molto propensa a farmi convincere dagli altri.
Sono solare: mi piace indossare sorrisi come armi di difesa
contro qualsiasi cosa.
Ci sono dei momenti no e bui per ognuno di noi, ma dipendono
da noi la loro durata e la loro intensità. Io cerco di essere sempre
sorridente, sempre piena di vita e di trasmettere agli altri le stesse
sensazioni.
E altruista perché mi piace ascoltare gli altri, mi piace
poter essere d’aiuto in un qualsiasi modo. Che sia un consiglio, che sia anche
un semplice lasciar sfogare la persona che ne ha bisogno.
D: Cosa ti
ispira nella composizione dei tuoi testi, li scrivi interamente da sola?
R: Purtroppo, come ogni artista, l’ispirazione mi raggiunge
assieme a delle sensazioni molto forti, spesso e quasi la maggior parte delle
volte, sono sensazioni negative come per esempio una delusione, la rabbia, la
tristezza, la voglia di urlare contro tutto e tutti.
Ma altre volte sono anche dei sentimenti positivi come l’
Amore, come l’amicizia, come lo stare bene con una persona.
Sono molto creativa, quindi tendo ad inventare nella mia
testa delle scene, delle situazioni che mi piace musicare e raccontare agli
altri.
Purtroppo la maggior parte delle volte sono delle canzoni
tristi.
Ho scritto una canzone riguardante una bambina bullizzata,che
ringraziava attraverso di questa i bambini che pur tormentandola non riuscivano
in nessuna maniera ad abbattere la sua forza di volontà ( Smiling) ; oppure ho
messo in musica le “ parole” di una bambina sordomuta, descrivendo il
linguaggio dei segni ( Butterlies).
Mi piace molto scrivere delle brevi storie, musicarle e
raccontarle a chiunque abbia il piacere di ascoltarmi.
E sì, scrivo totalmente da sola i miei pezzi.
L’ispirazione arriva all’improvviso, non funziona a comando,
quindi appena la sento, mi rifugio nella mia stanza, abbraccio la mia chitarra
e metto in musica quello che il cuore mi suggerisce in quel momento.
D: Che
sensazione ti da sapere che la gente apprezza ciò che scrivi e come canti?
R: Non è semplice descriverlo.
Ci vuole una certa autostima per continuare a fare quello
che si ama, anche perché non sempre hai il supporto della gente.
Cosa che a me non è successa perché la mia famiglia è sempre stata disposta ad
appoggiarmi. Mio fratello e mio padre, soprattutto, sono musicisti, quindi per
me il loro parere ed il loro supporto è indispensabile e sempre lo sarà.
Quando ero più piccola, ho permesso alle prime delusioni e
critiche di buttarmi giù. Sono riusciti a farmi crollare e a smettere di
cantare.
Poi ho trovato la giusta ispirazione e con il supporto
essenziale della mia migliore amica, nonché musa ispiratrice, della canzone che
poi ho scritto dopo anni ed anni, sono riuscita a tornare in pista.
Ed ora riesco ad essere autocritica e a piacermi prima di
piacere a chiunque altro.
La sensazione che provo quando qualcuno apprezza il mio
lavoro, è una sorta di imbarazzo miscelato a lusinghe. Quasi come se qualcuno
leggesse una pagina del mio diario e si rendesse conto che sono brava a
scrivere.
Ricevere dei complimenti fa piacere a tutti ma quando a fare
colpo sono le sensazioni che si hanno nel cuore e nell’anima, è tutta un’altra
storia.
E’ bello poter condividere con altre persone esperienze
vissute, emozioni e sensazioni, ed è bellissimo quando le comprendono senza che
tu dica niente, solo premendo play per ascoltare una canzone.
R: Per il momento, il canto la vivo come una passione, un
hobby.
Sono in una band e faccio delle serate live in paesi e
paesini che circondano il mio.
Canto costantemente, non c’è modo e momento in cui riesca a
fermarmi.
Perciò qualsiasi sia la mia strada, la immagino sempre
percorsa tra una nota ed un’altra, con la mia chitarra sulle spalle.
Lo studio universitario mi ha permesso di sviluppare una
maggiore dimestichezza dell’inglese, anche perché scrivo e compongo le mie
canzoni soltanto in questa lingua.
Domani mattina probabilmente mi immagino tra le pagine di un
libro e quelle di un altro, tra cinque anni spero di aver finito quel libro.
Scherzi a parte, spero di raggiungere i miei obiettivi e
spero soprattutto che la musica decida di non abbandonarmi, perché io sono
intenzionata a tenerla con me per sempre, qualsiasi sarà il suo ruolo nella mia
vita.
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