Quando ti si fa amare una tecnica narrativa che generalmente non ti è mai piaciuta, non si può fermare la voglia di farlo vincere. Framed, il corto animato per cui ho votato, è la prima opera di finzione realizzata da Marco Jemolo; un giovane regista laureato all'Università La Sapienza di Roma.
In sei minuti riesce a mettere lo spettatore faccia a faccia con quella che è la società contemporanea. In una sorta di rievocazione visiva di "Tempi Moderni" di Charlie Chaplin, attraverso l'uso e il consumo della creta si assiste a una visione del mondo cruda e reale che angoscia lo spettatore, coinvolgendolo nello stesso dramma che vive il personaggio principale. Cercando conforto dalle disavventure vissute, vediamo come le convenzioni sociali hanno spinto il protagonista a vedere un mondo dove al termine del proprio compito non vi è null'altro se non l'annullamento.
Siamo davanti a una pellicola che mostra la grandezza del metacinema, una narrazione che ci fa apprezzare il passo a uno perchè in questo caso è quasi impossibile riuscire ad immaginare una tecnica diversa per la comprensione del messaggio. La creta concretizza la creazione dell'uomo, ma anche la sua distruzione; vita, lavoro, morte, unite da quel processo creativo che in realtà è alla base dell'animazione. La marionetta è soggetto, ma anche mezzo espressivo.
Avendo studiato sociologia ho amato esaminare il punto di vista del regista, ho adorato il modo con cui con questo mezzo si è riuscito a trasmettere qualcosa di così grande come la paura stessa che la società può imporci quando veniamo chiusi in una catena lavorativa. L'alienazione del singolo e la sua impotenza, raccontata in modo superbo anche grazie alla recitazione degli attori che vi sono dietro. Il lavoro di due mesi (parole di Marco) risulta godibile sotto ogni punto di vista tecnico. Le migliaia di fotografie sono state in grado di catturare ogni singola espressione umana, le atmosfere sono da cardiopalma.
Se avrete la possibilità di vederlo, fatelo; se avrete la possibilità di sostenere tali progetti, non esitate. Questo è un grande orgoglio italiano e si dovrebbe premiare un lavoro del genere.
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