#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

Su  YouTube  puoi trovare la recensione video! Passa e lascia un commentino per  farmi sapere cosa ne pensi Siamo giunti al nostro terzo app...

martedì 22 agosto 2017

I doppiatori di "Cattivissimo Me 3": Arisa, Max Giusti e Paolo Ruffini

Personaggi del mondo dello spettacolo, dalla folta carriera, si sono raccontati ai Giudici del Giffoni Experience per poter spiegare la loro esperienza nel mondo del doppiaggio. Arisa, conosciuta per le sue doti canore dai tempi di Sincerità; Max Giusti, grandioso presentatore che fa sognare grandi e piccini attraverso radio e tv; e infine Paolo Ruffini, attore toscanaccio che ha portato la sua verve sul palco. 

D: La tua carriera è davvero molto ricca, come è stato per te doppiare? Cosa ti ha dato e cosa porterai come bagaglio?
Arisa: Fare doppiaggio è una delle arti più complete e belle che ci possano essere e sono felice di aver fatto questa esperienza e, nonostante sia una cantante, mi ha arricchita tanto da farmi scoprire nuove sfumature della mia voce, che poi ho utilizzato anche nel mio canto.

D: Abbiamo visto che Gru ha avuto diverse evoluzioni, in questo capitolo vediamo che conosce il suo fratello gemello. Quindi cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo capitolo?
Max: Diciamo che la prima evoluzione di Gru sono state le bambine, lui era cattivissimo e poi abbiamo scopetto che Edith, Agnes e Margot hanno portato un po’ d’amore nella sua vita; dopo è arrivata anche Lucy e ha trovato quindi l’anima gemelle; adesso è arrivato suo fratello, portando con se un nuovo sentimento. Ma io vedo, in Cattivissimo me 3, non un rifacimento, ma un evoluzione enorme di una cosa bellissima. Il tre è il più bello di tutti e io pensavo che dopo aver visto il secondo questo poteva diventare un operazione puramente commerciale, invece ci sono delle linee di racconto veramente belle. E spero che la penserete così anche al termine della proiezione.

D: Con i ruoli di attrice e di cantante si riesce di più a far trasparire la propria personalità. Volevo chiedere, con il doppiaggio sei riuscita a farlo?
Arisa: Devo dire che sono stata molto fortunata, perché Lucy è una donna molto trasparente, spontanea, risoluta in certi momenti e, in realtà, abbiamo delle caratteristiche in comune. Quindi, si, per questo motivo, è stato facile accostarmi a questa interpretazione.

D: Come si fa a dare la giusta espressività senza poter, effettivamente, usare la vostra fisicità?
Paolo: Fare doppiaggio è un doppio lavoro, qualcosa di molto complesso, e la mia risposta è che non lo so.
Max: Guarda è tutta tecnica, basta pensarle le cose, basta viverle. Noi facciamo un lavoro di intenzioni, poi si vanno a declinare semplicemente in maniera diversa. Quando sei su un palco, come attore, per farmi vedere, faccio delle facce molto marcate; quando giro un film, e al posto del pubblico hai una macchina da presa addosso, basta solo pensarla perché è impercettibile quello che muovi e viene comunque catturato; quando fai il doppiaggio devi viver ancor di più quelle emozioni la per poi unirle alla tecnica.
Arisa: E poi comunque ci fanno muovere in sala di doppiaggio. Nel senso che ci fanno fare davvero dei movimenti per emulare al meglio quello che succede in scena.
Max: Si… si ripetono anche alcuni movimenti.

D: (Io ho seguito qualche puntata di Super Max, dove già interpreti vari personaggi con la tua voce) Volevo sapere il rapporto tra fare questi personaggi alla radio e fare un film come “Cattivissimo me”.
Marx: Posso rispondere? Ma a volte quando divento un altro personaggio, che ne so… magari un cantante molto famoso – imitando Ligabue – che ha fatto delle canzoni molto famose, per me già diventa una cosa. Se passò da Ligabue a Vasco Rossi – imita anche la voce di Vasco –
– Risate dal pubblico –
No guarda, in realtà, io ho una fortuna nel saper cambiare le voci o usare i dialetti e quindi riesco a farlo… ma in Cattivissimo Me, io ho molta ansia perché il 24 uscirà al cinema una cosa che tutti gli attori sognano di fare: interpretare due personaggi nello stesso film che devono essere tangenti in alcuni punti, ma diversissimi in altri. Io ho dovuto fare una fatica enorme e spero che possa piacervi.

D: Il doppiaggio è una parte molto importante nel cinema in Italia, ma è anche una delle cose più criticate; infatti ci si lamenta spesso che le voci sono a volte molto diverse dalle originali oppure che non sono in grado di dare la giusta emotività. Io vorrei chiedervi, c’è stata una sorta di responsabilità nel doppiare questi personaggi? Avete cerato di mantenere le voci più simili alle originali o avete deciso di intraprendere un'altra strada e quindi di dare ai personaggi italiani una voce nuova?
Arisa: Guarda, in realtà un po’ e un po’. Dove si è potuto fare abbiamo cercato di mantenerci più fedeli all’originale, dove l’espressione originale era veramente specifica americana era impossibile da riprodurre in italiano… sarebbe risultato poco comprensibile. Abbiamo i direttori del doppiaggio che ci aiutano a rendere tutto molto più potabile.
Marx: Vi spiego una storia. Quando è uscito Cattivissimo Me, la prima volta, la voce di Steve Carell ha un accento spiccato dell’est e diventava difficile, a quel punto riproporlo in Italia. Allora abbiamo cercato di evitare delle critiche facili perché sarebbe stata letta come: cattivissimo me con la voce di un immigrato dell’est non avrebbe aiutato l’integrazione. Quindi la voce di Gru l’abbiamo inventata noi ed è unica.
Paolo: Io sono molto contento di fare doppiaggio, soprattutto in questo caso perché non mi sento di doppiare semplicemente un mito, ma un sogno. Doppi dei miti quindi è una cosa importante, e io non ho una foce così duttile come Max… io posos fare Chewbacca.

D: Paolo, non è la tua prima esperienza nel doppiaggio perché avevi doppiato il Lucignolo nel Pinocchio di Enzo D’Alò. Volevo chiederti quale è la differenza di tecnica nella caratterizzazione del personaggio quando si va a doppiare un personaggio che ha una caratterizzazione proveniente da un altro paese, rispetto a un personaggio la cui animazione viene modellata in base alla voce registrata prima?  
Paolo: La domanda è davvero molto complessa e ti ringrazio per aver citato un film di aniamazione di casa nostra. Fondamentalmente in un lavoro delicato come il doppiaggio, credo anche di parlare a nome dei miei colleghi, ci mettiamo nelle mani di un direttore del doppiaggio che è bravissimo e perfetto. Quindi è una persona che ha molta più esperienza di noi, le mie sono state tutte molto diverse. Funziona che ad un certo punto, secondo me, se tu fai il doppiaggio devi essere poco narcisista, non puoi essere tanto vanitoso. Perché, comunque, rispetto agli attori che comunque lavorano molto con lo specchio, con l’essenza, con il loro aspetto, io non devo far caso se sono spettinato, devo lavorare con la voce. Quindi devo fare tre passi indietro per il bene del personaggio e ogni personaggio cambia.

D: Voi venite da diversi settori dello spettacolo, completamente diversi dal mondo del doppiaggio. Che difficoltà avete provato? Che cosa vi è stato più facile fare?
Max: Io non potrei fare il doppiatore a vita, non ce la faccio, non riesco a stare fermo… lo vede anche mentre parlo. Fare solamente il doppiatore, non sarebbe sufficiente per me; però, come diceva Arisa, ti permette di conoscere e di riappropriarti completamente di tutte le sfumature della tua voce. Usando di più la testa, il diaframma e quindi impostando la voce in modo da riorganizzare tutte le caratteristiche fonetiche che hai.
Arisa: Le discipline artistiche sono tutte molto interessanti, ovviamente quelle che ho conosciuto nella mia di vita. Questa in particolare è diversa. Adesso ci ho fatto un po’ l’abitudine perché in passato ho fatto diverse partecipazioni… è comunque sempre un viaggio dentro se stessi, si cerca sempre di dire cosa intelligenti, di base io non ne ho mai. Però a parole mie, è davvero super fare il doppiaggio e Lucy è un personaggio assolutamente delizioso.

D: Paolo sei un attore molto versatile e volevo sapere se c’era un ambito in particolare nella quale ti sei trovato più a tuo agio o che ti piaccia di più rispetto agli altri?
Paolo: È un po’ difficile perché il cinema è il sogno, la televisione ti tiene compagnia però al teatro hai la possibilità di interagire con il pubblico.

D: L’Italia è uno dei pochi paesi in cui esiste il doppiaggio, secondo te, operare questa tecnica è giusto oppure è sbagliato?
Arisa: È giusto perché comunque chi vuole vedere il film in lingua originale può sempre cercarlo e visionarlo come più preferisce. Bisogna pensare sempre allo stato a cui ci si riferisce. A me, per esempio, piacerebbe poter cantare nel mondo in italiano, perché vorrei che tutti gli altri si prendessero la briga di tradurre i testi, come facciamo noi. Però è troppo complicata questa cosa, ma sarebbe interessante.
Paolo: Mia nonna l’inglese non lo sa, non credo che sia un crimine, ma ha comunque il diritto di poter visionare il film come chiunque altro. Chi vuole lo può cercare in lingua originale, mentre gli altri lo guardano nella propria lingua.

D: Il tema di quest’anno è “into the magic” e, Paolo, volevo chiederti quale è stata la vera magia di aver doppiato questo film e la magia nel vostro lavoro.
Paolo: Una domanda difficilissima. La magia di aver doppiato questo film è quella di aver doppiato un mito. Il cinema è tutto magico perché se ci pensi bene quando tu piangi o ridi per qualcosa che accade qui – indica lo schermo alle sue spalle – è come se tu fossi un po’ sciocca, perché piangi o ridi difronte a una cosa che non esiste davvero però da qualche parte è esistita, e questa è un po’ una magia. Ragazzi quando i cinema sono nati stavano vicino ai luna park, come quelli in 3D o in 4D adesso. Il cinema è nato per una cosa essenzialmente: divertire e intrattenere. Dopo è diventata una forma d’arte che aveva una forte e importante comunicazione. Ci sono tante cose al mondo che ci dividono, ma almeno mettiamoci d’accordo su una cosa che ci possa unire che è il cinema e la sua magia. 

Nessun commento: