#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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venerdì 23 febbraio 2018

Anteprima: Lady Bird - recensione

Candidato a ben 5 premi Oscar, vincitore di 2 Golden Globes tra cui quello a miglior attrice in un film commedia o musicale a Saoirse Ronan. Lady Bird ha tutte le carte in regola per colpire il pubblico che, dal primo marzo, andrà a vederlo in sala.  
Sacramento, 2002. La protagonista, ancora diciassettenne, è in fase della vita in cui ci si mette costantemente in discussione cercando di affermare a gran voce la propria identità e la propria identità.

Perché guardare Lady Bird?
Perché chiunque sia nella stessa fase di vita di Christine potrà sicuramente riconoscersi nelle sue azioni o nel suo modo di pensare, ma il realismo di questa pellicola preme su chi è più cresciuto e ha raggiunto - almeno in parte - una maturità tale da potersi calare nei panni di chi ci ha cresciuto.



Christine McPherson e sua madre sono due facce della stessa medaglia, lo scontro generazionale si evolve sul piano dei sogni e aspirazioni. Anni '50 che si scontrano con gli '80, durezza del post guerra contro l'orizzonte aperto. Rinnegando il nome di battesimo, in un atto che si muove tra il cristiano e la protesta, Christine cerca la propria dimensione, distaccandosi inevitabilmente da quel mondo che, nell'ottica adolescenziale, sembra starle stretto. Proprio l'attenzione su questo aspetto ci fa comprendere come la vera storia d'amore della pellicola, al contrario di molti altri film che trattano lo stesso periodo di vita, è proprio tra queste due forti personalità: tanto simili quanto opposte. 

La regista e scrittrice del film, Greta Gerwig, ha spiegato quanto fosse necessario cercare di dare una ciclicità alla storia, potendo il suo focus di attenzione sull'ultimo anno di liceo della protagonista. Il senso di perdita è quello che accomuna genitori e figli, i primi sanno che dovranno permettere ai propri piccoli di lasciare il nido, i secondi dovranno salutare tutto quello che hanno avuto di familiare e confortevole fino a quell'istante. Questa ciclicità viene accentuata dalle ellissi presenti nel montaggio; i salti temporali ci fanno comprendere la fugacità del tempo e quando possa essere complicato correre dietro quel periodo che realmente vorremmo non passasse perché dall'altra parte c'è il peso delle responsabilità. 
Generazioni a confronto, padri che perdono il lavoro e figli che iniziano a prendere la propria strada; un percorso di crescita nella quale ogni singolo personaggio è perfettamente delineato. Amori nati dall'idea che si ha dell'amore, la vanificazione di alcune aspettative come quelle de "la prima volta", litigi, abbracci, gioia, perdono, tutti elementi che vengono esaltati dal montaggio sonoro. 


Il cast scelto riesce a delineare perfettamente quello che è il messaggio della sceneggiatura, ad esempio, il fatto che Saoirse e Laurie Metcalf (nota a molti come Mary Cooper, in TBBT) siano alte più o meno uguali, sottolinea anche fisicamente quanto i loro personaggi siano la stessa moneta; il montaggio in alcune scene sottolinea proprio questo aspetto. Proprio queste due donne sono magistrali nella loro interpretazione. Laurie ha quel qualcosa nell'espressività che riesce a farti comprendere perfettamente quello che sta provando anche quando il volto è quasi immobile. Saorirse riesce a muoversi in personaggi di diversa natura riuscendo dare la giusta emotività, le giuste espressioni per i personaggi che deve interpretare; va per i 24 anni, ma è riuscita a imprimere la dolcezza adolescenziale di cui Lady Bird necessitava per essere credibile.
Troviamo anche Timothée Chalamet (candidato agli Oscar per "Call me by your name") e Lucas Hedges (candidato lo scorso anno, sempre agli Oscar, per "Manchester by the sea" come attore non protagonista) interpretano due caratteri completamente diversi: il primo è quasi snervante per le idee che possiede e per i suoi modi di fare; il secondo è il classico ragazzo della porta accanto, quello che tutte le madri vorrebbero accanto alle proprie figlie, ma non è tutto oro quello che luccica. 


Passare all'età adulta vuol dire iniziare a prendersi le proprie responsabilità e a capire il peso che esse hanno nella nostra vita. Capire le conseguenze delle nostre azioni ci permette di metterci nei panni dei nostri genitori e di cambiare punto di vista davanti a tutto quello che credevamo giusto fino a qualche attimo prima. Si arriva, così, a rendersi conto di quanto cruciali possono essere i rapporti con i nostri familiari, con nostra madre; quanto i litigi con ella non avevano il reale peso che noi gli attribuivamo; o quanto i suoi divieti, i suoi consigli persino il suo spingerci in una direzione piuttosto che un'altra sono solo frutto dell'ottica della protezione. Figli lo sono tutti, genitori non si nasce: i secondi vogliono solo evitare che i primi commettano errori simili a quelli fatti da loro in passato.  

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