
I riferimenti all'interno della saga
sembrano molteplici, la stessa autrice ha detto più volte di aver trovato
l’ispirazione quando delle sconvolgenti notizie al telegiornale le stavano
rendendo difficile separarle dai reality show. In effetti, la saga
della Collins si presenta come, una distopia classica capace
di rappresentare, seppur metaforicamente, eventi storici reali in una
continuità tra presente e passato.
Una guerra catastrofica ha distrutto completamente il sistema sociale precedente; il risultato è stata l’instaurazione di una struttura politica in cui un potere centrale controlla tutti in maniera dittatoriale, funzionalizzando rigidamente gli spazi rimasti. Per mantenere vivo, nei distretti, il ricordo della perdita della guerra, e per assicurare la coesione sociale, ogni anno viene organizzato questo violento show – da cui prende il nome l’intera saga – in cui membri devono uccidersi tra di loro fino al trionfo del singolo. C’è una metropoli – Capitol City – che consuma i 12 distretti –originariamente 13 – coloro che costituiscono la produzione. Immediatamente balza agli occhi il riferimento alla guerra di indipendenza americana, le 13 colonie che si ribellano all'estremo consumo che l’Inghilterra praticava.
Una guerra catastrofica ha distrutto completamente il sistema sociale precedente; il risultato è stata l’instaurazione di una struttura politica in cui un potere centrale controlla tutti in maniera dittatoriale, funzionalizzando rigidamente gli spazi rimasti. Per mantenere vivo, nei distretti, il ricordo della perdita della guerra, e per assicurare la coesione sociale, ogni anno viene organizzato questo violento show – da cui prende il nome l’intera saga – in cui membri devono uccidersi tra di loro fino al trionfo del singolo. C’è una metropoli – Capitol City – che consuma i 12 distretti –originariamente 13 – coloro che costituiscono la produzione. Immediatamente balza agli occhi il riferimento alla guerra di indipendenza americana, le 13 colonie che si ribellano all'estremo consumo che l’Inghilterra praticava.
Sullo “Spazio” dobbiamo focalizzare la
nostra attenzione: le gestione di esso è fondamentale per il Presidente
Snow, infatti ponendosi come un despota manipola e manovra la
divisione dei distretti. Contestualizzando la narrazione dei fatti distopici,
il paragone sembra difficile da comprendere; il modo di agire in America si
concentra, come detto in precedenza, sul modo con cui viene categorizzato
questo elemento. L’immaginario americano ha trovato ampio sviluppo grazie alla
vastità del territorio e, nel corso del Novecento, è stato quasi ossessionato
dagli strumenti di classificazione e controllo della mente e i vari livelli
della personalità. Mentre in Europa, l’unico modo per poter cercare di
modificare quello che era il mal contento del popolo, si ricorreva al
conflitto; in America, il nuovo continente permetteva la fuga davanti ai
problemi interni, se un cittadino era scontento poteva andare alla ricerca
della sua nuova dimensione. Per i meno esperti apparirà poco chiaro il discorso
fatto fino a questo punto, ma se si analizza il modus operandi delle guerre
sostenute dall’America, fino a quella del Vietnam, ci si rende conto come
questa gestione del conflitto si riversi nella realtà. Sembrano quasi fantasie,
ma si vuole sottolineare come ogni singolo aspetto mentale provenga da una
cultura ben precisa e si riversi nella realtà che i singoli individui vivono
nel presente.
La descrizione di Suzanne Collins fa percepire la funzionalizzazione dello spazio, in modo lavorativo, come un’oppressione, quindi, i giochi annuali, si pongono come la necessità, in uno spazio chiuso, di allontanare l’eventualità di un nuovo scontro, di evitare quella che sarà la rivoluzione. Se quanto detto finora, usando un’ottica apocalittica, è inseribile nella realtà i cittadini americani dovrebbero puntare le proprie frecce contro le forze politiche.
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