In questi giorni stanno girando sul web le fotografie, uscite sul TIME Magazine, per la promozione della nuova stagione di Game of Thrones. Il realizzatore è Miles Aldridge, un fotografo famoso per due principali motivi: è il figlio di Alan Aldridge, consigliere artistico dei Beatles non che direttore artistico dell'Hard Rock Cafe; ma soprattutto per lo stile che usa nella composizione delle sue fotografie.
L'influenza dei grandi e iconici pittori, che lo hanno preceduto; è ben visibile e di certo non passa inosservato neanche il suo amore per registi come Linch, Hitchcock o Rossellini, noti per l'utilizzo strategico dei colori e dello spazio. Uno stile, quello di Aldridge, saturo di colore, psichedelico a volte, onirico; capace di richiamare alla mente quelle iconografie che in un modo o nell'altro tutti conosciamo. Il punto di partenza è sempre il disegno, designando così la grande capacità scenografica che egli possiede; il video che mostra come le foto sono state progettate è delucidante sotto questo aspetto. È l’attenzione al dettaglio che la fa da padrone, in quanto è solito inserire piccoli elementi capaci di apparire assolutamente casuali, ma assolutamente fondamentali per comprendere il messaggio dell'artista. Uno dei pochi fotografi di moda che continua a scattare su pellicola, particolare che fa intendere la cura e la dedizione che inserisce nello studio di ogni singolo scatto; la foto quindi viene fatta sviluppare, scansionata per poi passare agli strumenti di modifica digitali più noti.


Guardare la copertina da lui realizzata ti deve far chiedere come sia stato realizzato uno degli show più famosi al mondo.
- Alexandra Genova per il TIME
La Golden Age, una delle principali ispirazioni che rende questo servizio grandioso, si rivede nelle pose o negli iconici collari simboli dell'età Elisabettiana. L'obbiettivo è quello di distaccarsi dall'idea di ricreare dei quadri, per avvicinarsi (scimmiottando) al mondo illusorio del cinema e alla visione che un regista possiede.
"I’m dealing with lights and film and so I don’t like the idea of trying to ape or create paintings, because that seems silly, but I like the idea of aping a rather bizarre director’s vision of painting.”
- Miles AldridgeEcco alcune delle rievocazioni che questo servizio mi ha fatto balzare in mente:

Ci troviamo, in questo modo, davanti ad una stupenda Emilia Clarke sotto una luce rossa fluo, in una posa che richiama immediatamente le bellissime composizioni visive che solo la grande Frida Kahlo era in grado di fare. L'iconica artista messicana, capace di imprimere i suoi sogni e le sue paure su tela. Un surrealismo che non cercava di ergersi al di sopra della propria realtà, ma che al contrario l'aiutava a immergersi nella propria quotidianità. Emilia, dallo sguardo perso nel vuoto, vestita in modo da demarcare la linea sulla quale si muove l'intero set fotografico, viene immersa nella pop-art, nello stile ottocentesco e nel mondo dei sogni.
Lena Headey viene posta davanti a quel meraviglioso frutto, la melagrana, simbolo di vita, di rinascita, di unione matrimoniale; tutte cose che il suo personaggio in scena ha perso o rischia di perdere. Un simbolismo velato dietro un frutto massacrato. Ancora una volta sono i colori da farla da padrone. Lo sguardo glaciale dell'attrice si sposa perfettamente con l'intera composizione contestualizzando persino l'abito, rendendolo più nobiliare di quel che sembra.

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