
Devo dire che come musical non mi ha fatto impazzire in quanto il modo con cui viene descritto il genere, per tutta la durata della pellicola, appare molto decadente. Le citazioni e riferimenti che impregnano il musical lo fanno assomigliare al mostro di Frankenstein dei film, come, infatti, dissi all’interno della mia recensione sulla notte più stellata dell’anno.
Sottolineato, inoltre, il fatto che per me il film funziona perfettamente senza gli spezzoni musicali, ma riguardandolo ho un po’ rivalutato il tutto. Dopo una seconda occhiata si può intravedere quello che è il messaggio più profondo che il film riesce a delineare anche attraverso i costumi e i balli che vengono usati nella narrazione. Interessante appare la profondità che il regista è riuscito a dare al film, ma considerata la capacità che questo film ha avuto di spaccare il pubblico, forse l'oscar alla miglior regia poteva essere assegnato diversamente.
Sottolineato, inoltre, il fatto che per me il film funziona perfettamente senza gli spezzoni musicali, ma riguardandolo ho un po’ rivalutato il tutto. Dopo una seconda occhiata si può intravedere quello che è il messaggio più profondo che il film riesce a delineare anche attraverso i costumi e i balli che vengono usati nella narrazione. Interessante appare la profondità che il regista è riuscito a dare al film, ma considerata la capacità che questo film ha avuto di spaccare il pubblico, forse l'oscar alla miglior regia poteva essere assegnato diversamente.
Si viene immersi nel mondo del disincanto facendolo diventare la reale faccia di Hollywood, in una considerazione post-moderna dove tutto viene concepito nei suoi estremi e nella sua inconcludenza. I toni con cui si apre il film rappresentano quella che per tanti anni, all’interno della società, forse in modo inconscio, è stata la costruzione della modernità, la speranza che le cose potranno sempre andare meglio e che tutti possono diventare quello che desiderano. Una modernità che in sociologia è stata fermata da quella che è stata la realtà della guerra, mentre per Mia e Sebastian cessa con la consapevolezza del fatto che le cose non stanno andando nella direzione in cui loro avevano sperato.
Il film viene diviso in stagioni, nelle quali in realtà sono passati anni, che con il loro significato più simbolico rappresentano proprio un percorso di vita; dall’inverno all'autunno. L’inverno è duro, ideologicamente rappresenta la morte, il sonno, le difficoltà di affrontare quello che sarà il freddo; tutto decisamente molto in contrasto con i colori brillanti, ma dal gusto retrò, con la quale si apre la prima scena. Ma la difficoltà nell’affrontare questo periodo sarà facilmente comparabile con quella che è la durezza rappresentata dai provini fatti da Mia. Morto è il mondo alla quale loro si ispirano, che è come se fosse stato sepolto da uno strato di neve nella quale al di sotto tutto resta immutato.Citando film cult, ispirandosi a grandi autori, mostrando quello che è il mondo “antico”, sembra quasi che i due protagonisti vogliano buttar sopra del sole in modo da poter scongelare tutto quello che per loro è una realtà che può sembrare onirica, ma che invece è morta. Sebastian stesso, interpretato da Ryan Gosling, sostiene, davanti il luogo nella quale hanno citato Casablanca, in un momento di profondo meta-cinema che ci rende partecipi della costruzione di quel mondo:
Questa è Hollywood… idolatrano tutto, ma non danno valore a nulla.


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