#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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mercoledì 27 dicembre 2017

#Disney+: Coco - Recensione

Passato il natale ci avviamo a salutare il 2017 per poter dare il benvenuto al 2018, ma qual è il posto migliore per farlo se non la sala cinematografica? La Pixar, con il suo 19° film, ci spinge ad affrontare il gelo cittadino per recarsi in sala per poter ammirare "Coco" una nuova travolgente storia che ci trasporterà nei festeggiamenti del "Dia de los Muertos". Campione di incassi in Messico, paese che da origine all'ambientazione della pellicola animata, la storia parla del giovane Miguel di 12 anni che sogna solo di poter diventare un musicista rompendo l'antica tradizione di famiglia che lo vuole come prossimo calzolaio nell'azienda iniziata anni fa dalla trisavola.
Il suo unico desiderio è quello di potersi unire ai vari cantanti Mariachi per poter dimostrare di essere all'altezza del suo idolo. Rischiando l'ira della sua stessa famiglia, dovuta al trisavolo che abbandonò la famiglia alla ricerca della fama, ogni giorno il piccolo Miguel si rifugia in un piccolo spazio nella quale si esercita a suonare nel tentativo di imitare l'idolo di tutto il paese: Ernesto de la Cruz.
Il giovane protagonista, per incorrere il suo sogno si imbatterà nell'ira della famiglia, rinunciando persino a festeggiare un'importante tradizione come quella dei morti. Dando il via, così, a una serie di disavventure che lo porteranno ad essere sempre più lontano da casa. Nel tentativo di trovare un nuovo strumento esibirsi davanti a tutta l'adunanza in pizza, si imbatterà in un'antica maledizione che lo trasporterà nei mondo dei morti. Per poter tornare nel mondo dei vivi, senza dover rinunciare ai suoi sogni, dovrà cercare di ottenere la benedizione da parte del tris-nonno perché, in quanto musicista come lui, non gli imporrebbe nessuna condizione come invece vorrebbe fare la tris-nonna.
Tra le varie peripezie, alla ricerca di quella tradizione musicale ormai perduta nella sua famiglia, il giovane Miguel incontrerà nel suo cammino uno strano "scheletro": Hector, il cui unico desiderio è quello di non essere dimenticato dalla propria famiglia, ma purtroppo l'unico parente in vita non riesce più ad "afferrare" con la memoria il suo volto. 


La rappresentazione dell'aldilà risulta essere molto suggestiva: una grande metropoli che si sviluppa in verticale dotata di tutti i confort più moderni; collegata al mondo dei vivi tramite dei ponti costituiti da petali di crisantemi. Viene sfruttata tutta la potenza tecnologica e fotografica all'interno di ogni singolo fotogramma. L'interno universo, che sia reale o terreno, ha i suoi colori e i modi migliori per poter rappresentare la tradizione messicana.
La fotografia si tinge, non solo dei colori della festa, ma anche dei colori "umorali" dei personaggi o di quello che la scena vuole far intendere. Il blu per la tristezza, unito al giallo per la pace più pura e serena, sono in grado di trasmettere le "giuste" sensazioni al pubblico per poter apprezzare quello che si sta guardando. I dettagli nei disegni e nell'animazione, balzano subito all'occhio e lo spettatore non può fare a meno di apprezzare la singola fossetta sul viso di Miguel.
La musica (così come le canzoni originali) giocherà un ruolo importantissimo all'interno di tutta la narrazione perché sarà quel legame tra passato e presente, tra innovazione e tradizione, tra protezione e rischio di cui tutti gli eroi nella storia hanno bisogno. Una storia che ha come sfondo il conflitto intergenerazionale e il conflitto tra carriera e famiglia, ma non si vuole educare il pubblico, si vuole solo mostrare il corso degli eventi di quella famiglia; portando ad un incontro tra antenati e giovani o viceversa i più giovani capiranno l'importanza dell'avere persone che ti vogliono bene al proprio fianco. In questo modo, il film cerca di creare un'unione tra le due parti.

Cosa aspettarsi? Musica, lacrime, famiglia e crescita. Ancora una volta, infatti, attraverso una sua storia originale, la Pixar torna a far commuovere grandi e piccini. In un turbinio di emozioni, di equivoci e di musicalità, ci si rende presto conto che quello che, in genere, ci viene imposto dalla famiglia ha solo la scusante della protezione. Genitori, nonni, parenti, antenati, cercano di proteggerci, seppur sbagliando, da quello che per primi ha toccato loro e la loro fragilità per evitarci inutili sofferenze. Scoprire che i veri eroi della nostra vita ci sono accanto, ci sostengono nonostante tutto, ci fa rivalutare chi invece idolatravamo.
Coco rappresenta ognuno di noi. Chiunque si è trovato davanti la scelta di dove decidere tra individualità e famiglia almeno una volta nella vita (specialmente sotto le feste). Rappresenta le persone che ci hanno cresciuto, che ci sostengono, che hanno fatto esperienza prima di noi; quelle persone che non dimenticheremo mai nella nostra vita e che ci guideranno per sempre nel nostro cammino. 


Curiosità: 
  • La meravigliosa Coco, colei che da il nome al film e che sarà un punto chiave di tutta la narrazione, è stata doppiata in italiano dalla fantastica Mara Maionchi
  • I prossimi film della Pixar saranno "Toy Story 4" e "Gli Incredibili 2"
  • Il brano originale "Ricordami", al termine della pellicola, verrà cantano da Michele Bravi. 

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