Il potere sembra
inebriare gli americani ad ogni fascia d’età. Diversi prodotti culturali
parlano proprio della fascinazione che il potere esercita soprattutto gli
adolescenti. La creazione di se stessi sottopone i singoli individui a
pressioni, sia interne che esterne, così come all’ossessivo controllo di ciò
che li circonda; ciò lo si vede anche nel film appena sbarcato in casa Amazon
Prime Video. Questa è la storia di Selah (Lovie Simone), una ragazza che si muove tra il
controllo che la famiglia esercita su di lei e la gestione del potere che
detiene all’interno del contesto scolastico. Siamo in Pennsylvania, in una
scuola privata nascosta lontana da sguardi indiscreti all’interno della quale
il potere è realmente detenuto dagli studenti e non dagli insegnanti. Infatti,
suddivisi in veri e propri clan, i ragazzi cercando di soddisfare ogni sorta di
piacere o vizio rispettando una sorta di scala gerarchica.
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Ci sono 5 fazioni,
ognuna di loro si occupa di un vizio particolare, ma come già detto questa è la
storia di Selah. Lei è il capo dei Spades, coloro che si occupano di droghe e
alcol, ed è al suo ultimo anno ciò comporta un doveroso passaggio di scettro.
Ma scegliere un discendente sembra essere più complesso del previsto,
soprattutto se questo passaggio di potere è la cosa meno desiderata tra tutte
dalla stessa Selah.
La ragazza deve
sottostare alle pressioni di tutte e l’unico posto in cui sembra avere il
controllo è quando si muove in sincronia con le sue compagne cheerleader. Le
sue parole, in quel contesto, fanno immediatamente comprendere allo spettatore
quanto di più profondo ci sia nella sua psicologia. Per quanto la storia giri
intorno a Selah, in realtà, il vero protagonista è il controllo. Controllare la
situazione, detenere il potere, sapere come muoversi, cosa insegnare al proprio
successore e soprattutto controllare le proprie azioni. Selah, sotto questo
punto di vista, si muove tra due differenti poli: controllo e perdita.
Lei è
duale e ciò emerge quando prende sotto la sua ala Paloma, una ragazza appena
arrivata in istituto che sembra somigliarle più del dovuto. Paloma (Celeste O'Connor), non a caso,
infatti, mostra immediatamente la sua capacità adattiva nel territorio; tanto
da essere lei stessa a proporre una soluzione ai problemi che si palesano al
corpo studentesco. Ciò porterà solo all’inevitabile scontro tra reginette,
infatti, senza indugiare oltre su ciò che avviene nel film, la narrazione
porterà a un “Eva contro Eva” dai risvolti interessanti.
Questa pellicola
rappresenta l’esordio cinematografico di Tayarisha Poe e nasce come un progetto
transmediale. Nei piani originali, come ha detto la stessa autrice, la trama
del film doveva essere narrata attraverso cortometraggi, musica, fotografie e
racconti brevi. Il tutto alla fine si è trasformato in qualcosa di più
“tradizionale”. Forse la narrazione filmica sente un po’ di questo tentativo di
mescolanza con cui il progetto è nato perché la narrazione è decisamente
prolissa. In alcuni punti è quasi difficile mantenere salta l’attenzione alla
scena, nonostante comunque la storia si comprenda abbastanza bene e risulti
fluida nonostante il momento di perdizione.
Attraverso la
caratterizzazione dei personaggi è possibile evincere quanto corruttivo possa essere
il potere, ma soprattutto quanta distruttiva sia la pressione. Selah cede ed
eccede nelle sue azioni perché non ha altra via di scampo, i suoi genitori
hanno deciso la sua strada, ma lei non vuole abbandonare l’unica cosa sulla
quale può esercitare il proprio controllo. Quando hai 17 anni, del resto, il
mondo intero cerca di buttarti giù, cerca di dirti come vestirti, cosa fare,
come comportarti, vuole persino decidere del tuo futuro. E quasi in un grido di
aiuto, Selah si rivolge direttamente alla camera, abbattendo la quarta parete,
suggerendo quanta verità ci siano tra le sue parole per poterle dedicare
direttamente al pubblico. Elemento che spinge a riflettere e che effettivamente
conferisce un certo grado di emotività alla narrazione.
Il microcosmo della
scuola, così, diviene specchio di quella società di squali che attende i
ragazzi una volta usciti dal contesto scolastico. Persino l’università è
caratterizzata da una continua lotta di potere, così che i ragazzi oggi possano
decidere il loro saldo percorso.
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