Foto del 22.05.2020 |
Ricordo ancora il
giorno in cui decisi che avrei voluto vivere qui a Roma. Non fu una scelta
decisa, tutt’altro; fu combattuta, indecisa, tormentata, lunga. Forse la cosa
più pensata mai realmente fatta in vita mia.
La prima volta che
venni in questa città me ne innamorati, ero un’adolescente come tanti che aveva
macinato chilometri e chilometri con le suole delle proprie scarpe per poter cercare
di vederne di più. Mio padre era il mio Cicerone, buffo come le cose si siano
invertite. Vedevo i palazzi, i monumenti, troppo velocemente, ma prendevano
vita direttamente da quelli che erano i miei libri di storia dell’arte. E ora, eccomi
qui. Trasferita in questa città dal 2013.
Mi stupisco ancora
che rapida capacità di mutamento essa abbia. Manchi pochi mesi e trovi altre
facciate, altre realtà, nonostante il cuore resti sempre storico e pulsante.
Roma è Amor.
Foto del 22.05.2020 |
Roma è amore, è meraviglia
che puoi respirare a pieni polmoni. È vita che ti ispira e diviene scenografia
a cielo aperto. Se ami il cinema non puoi non amare sua “madre”, si… perché il
cinema è nato tra queste vie ed è inutile dire il contrario. Neo-realismo, commedie,
tragedie, amori e dissapori incorniciati dal Colosseo o dagli acquedotti delle
sue campagne.
“Mamma Roma”, in molti
potranno dire, che adesso è tornata ad essere dei Romani. Quasi nessuno si aggira
per le vie e in questi giorni è possibile scoprire quella meraviglia silente
che molto spesso è coperta dalla cacofonia delle lingue. Vedere Roma così è
possibile solo quando ci si sveglia talmente tanto presto che persino i lavori
pendolari sono ancora con la testa sotto le coperte, o talmente tanto tardi da
aver passato una notte in bianco.
Piazza di Spagna e Trinità dei monti, deserte. Vuote. È quasi possibile sentire il marmo sussurrare l’eco della storia, potremmo persino immaginare Keats affacciarsi dal balcone di casa sua. Guardarla completamente deserta fa capire perché Cesare Pavese vi dedicò una poesia.
Piazza di Spagna e Trinità dei monti, deserte. Vuote. È quasi possibile sentire il marmo sussurrare l’eco della storia, potremmo persino immaginare Keats affacciarsi dal balcone di casa sua. Guardarla completamente deserta fa capire perché Cesare Pavese vi dedicò una poesia.
«A Trinità dei Monti
stanno scavando per gettare le basi del nuovo obelisco; lassù il terreno non è che materiale
riportato dalle rovine dei giardini
appartenuti a Lucullo e poi di proprietà dei Cesari.»
(Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)
Poco più lontano vi è quella zampillante fontana in cui il tintinnio delle monetine vibra di desideri. Oceano vi guarda dall’alto della sua potenza, veglia il viaggio dei naviganti nonostante sia lontano dalle sue acque. E più ci ferma ad osservarla, più è possibile sentire Anita Ekberg chiamare, come una dolce sirena, a sè il suo Marcello. Pensate che danno che avrebbe potuto fare Totò se l’avesse davvero venduta a quel malcapitato turista.
Foto del 22.05.2020 |
Storia, arte e magia,
una convergenza di energia che ha il potere di ispirare i sogni di chi è in
grado di ascoltare. Roma dei romani è un sogno e forse, nella sfortuna, nell’emergenza
è possibile cogliere qualcosa di positivo guardando quelle sculture. Basta saper
ascoltare.
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