Il primo maggio, nel
catalogo di Netflix, è approdato un nuovo teen drama: The Half of It – L’altra
metà.
Molto spesso sulla
piattaforma è possibile trovare film del genere che sono in grado di fare immediatamente
presa sul target di giovanissimi che il servizio sembra avere in mente come
ideale. Ma, nella miscela di storie tutte simili tra loro, ogni tanto, salta
fuori qualcosa che è in grado di uscire dagli schemi e di giocare bene le sue carte.
Siamo, in questo caso, davanti a una pellicola che riesce ad essere fresca e ad
attrarre il suo pubblico nonostante sia semplice e dolce.
La protagonista è Ellie
Chu, lei rispecchia un po’ il canone dell’asiatica cervellona e un po’ nerd,
che passa tutto il suo tempo con il naso sui libri o a fare i compiti per i
compagni di classe. Timida, presa in giro dai ragazzi più fighi del
contesto liceale, nasconde una grande profondità e un background davvero prezioso.
Dopo la morte della madre, viste le ristrettezze economiche, per cercare di
aiutare il padre a pagare le bollette, è cresciuta molto in fretta non
concedendosi il lusso di vivere quelle piccole e grandi delusioni che trasformano
la spensieratezza in esperienza. Le cose cambiano quando, un giorno, Paul Junsky
le chiede aiuto per riuscire a conquistare una ragazza attraverso la stesura di
una lettera. Paul è uno degli atleti della scuola e anche lui sembra
rispecchiare gli stereotipi da commedia americana, ma in realtà è timido e
impacciato tanto quanto Ellie, cosa che spingerà i due a diventare intimi amici.
Da una lettera, si passa a parole e parole stese sulla carta bianca e i sentimenti
di Ellie mutano trasformando quell’amicizia in un complicato triangolo sentimentale.
La connessione che
si instaurerà tra i tre creerà un percorso di cresciuta e di scoperta decisamente
unico e “stranamente” fatto di comunicazione, di sguardi e di confronto.
Se, in un primo momento,
questa pellicola si mostra al proprio pubblico come l’ennesima commedia
americana, in realtà lo inganna celando una profondità inaspettata. La forza
della narrazione sta nella caratterizzazione dei propri personaggi; non più
semplici archetipi narrativi, ma persone che si mettono a nudo a 360°. Così, la
pellicola, si da la possibilità di narrare qualcosa che vada ben oltre i
semplici schemi, ma che possa vestire i panni di un racconto in grado di
formare e trattare la complessità delle varie sfumature sentimentali dell’adolescenza.
La storia d’amore
non è più i fulcro, ma lo diventa la scoperta di sé per poter proseguire con la
propria vita e il proprio cammino. Alice Wu, la regista, riesce a inserire in poche semplici
battute discriminazione, religione, emarginazione, la scoperta del proprio
orientamento sessuale, l’emarginazione e la disparità sociale. Uno straordinario
equilibrio che si riempie di dolcezza e rispetto; ciò per merito della capacità
di gioco con i tempi narrativi e il montaggio. Le scene vengono così legate tra
loro in maniera armoniosa, riuscendo a dare i giusti tempi secondo il contenuto
della scena. L’amicizia diviene centrale per via della sua sincerità e della
sua potenza, cosa non sempre facile da trovare nella realtà.
Ovviamente vi è
qualche piccola sbavatura che è possibile notare sul finale della narrazione.
Le ultime scene sono un po’ più frenetiche, ma forse in linea con la stessa
voglia di scoperta che coinvolge la protagonista. Un personaggio, quello del
belloccio, è davvero molto stereotipato, ma è talmente tanto marginale alla
storia che sembra stare li solo per pretesto narrativo.
Il tutto viene sublimato
dal personaggio del padre di Ellie. La sua elaborazione del lutto avviene come
una progressiva crescita. Più Ellie si abbandona alla fragilità emotiva tipica
della sua età, quindi più è deresponsabilizzata dall’idea di essere lei a dover
portare avanti la famiglia; più il padre riesce ad uscire dal suo torpore.
Comprende che la figlia gli sta somigliando un po’ troppo e non è quello che
vuole, ma al contrario vorrebbe che somigliasse più al ricordo che ha serbato
di sua moglie. Al termine del film lui riuscirà a vedere sul serio la piccola
Ellie e sarà lui stesso a spronarla a rischiare e a giocare le sue pennellate
migliori.
Una pellicola che,
tirando le somme, merita di essere vista. L’altra metà si mostra al suo
pubblico in maniera genuina e fresca; la tenerezza la fa da padrone e nasconde
un umorismo in grado di fondersi alla sensibilità dei temi che tratta.
2 commenti:
storia che sembra stare
e ora la sceneggiatura del film https://www.altadefinizione4k.tv è particolarmente interessante e ha intrighi?
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