Nathan (Robbie Amell, lo ricorderete come il bell'imbuto della commedia romantica "L'A.S.S.O. nella manica") è il nostro
bel protagonista che, dopo un incidente stradale “sospetto”, rischiando la
morte procede per l’upload. In questo mondo digitale viene accolto da Nora (Andy Allo),
un’assistente umana, incaricata di occuparsi dell’adattamento degli ospiti
all’interno di questo paradiso digitale. La serie, nel corso delle sue 10
puntate, si muove tra le corde del romantico, del giallo e della commedia,
toccando alcuni punti di grottesco; questo mix è in grado di catturare
l’emotività dello spettatore.
Upload, fin
dall’inizio, dichiara i suoi intenti; si presenta come una serie in grado di
coniugare “Her”, “Black Mirror” e l’ideologia che muove le corde di
“Westworld”. Se, infatti, negli anni ’80 l’immaginazione era proiettata verso i
viaggi nel tempo e nello spazio o sull’auto volanti, oggi è la tecnologia che
abbiamo a portata di mano a farla da padrone. I social, i cellulare, i dati e i
server vengono così immaginati come macchine con la quale creare un’estensione
della vita. Non più clonazione, siamo troppi su questo pianeta, ma i più ricchi
potranno di certo assicurarsi un posto nel paradiso digitale. È affascinante
pensare a come il cervello umano possa essere codificato su una scala di 0 e 1
al tal punto da poter essere replicato digitalmente; mentre la nostra
coscienza, quella che realmente costituisce la nostra identità, tenta di fare
il confronto tra reale e digitale. I confini diventano sempre più labili e si
innescano meccanismi intricati sul piano morale, filosofico e sociologico. La
serie, infatti, porta lo spettatore a riflettere anche sul concetto di
identità, nonostante questi elementi restino in secondo piano e costituiscano
il “pretesto” narrativo.
Il contesto in cui
l’azione si muove è, in sostanza, duplice; la differenza tra reale e virtuale è
minima, ma la si nota grazie alla fotografia oltre che alla “realizzazione”
grafica. Il mondo reale ha i dei toni più freddi, la città di New York va in
netto contrasto con l’arancione e il calore di Lakeview. Rispecchiando quello
che è un po’ il sogno americano, infatti, il paradiso viene trasposto nella
periferia Newyorkese, in quelle cittadine o in quei quartieri residenziali che
fanno tanta gola alle famiglie per poter cercare di crescere i figli al sicuro
dai pericoli del centro.
Il ritmo narrativo è
incalzante e intrigante. Nel mentre si stanno vivendo le relazioni e gli
intrecci di “facciata”, ci si ritrova a dover fare i conti con un thriller dal
finale fin troppo in sospeso. Il cliffhanger con cui terminano le prime 10
puntate, fidatevi, che vi farà saltare sulla poltrona. Nelle ultime puntate si
arriverà al punto in cui si vorrà sapere di più, ma quest’over è destinato alla
primavera del 2021 (tutto permettendo).
Se volete qualcosa
di leggero da consumare in breve, ma che allo stesso tempo vi possa spingere a
riflettere sulla tecnologia che abbiamo tra le dita, Upload è la serie che fa
per voi!
1 commento:
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