#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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lunedì 11 maggio 2020

#AmazonPrimeVideo: Upload - Recensione

Il primo maggio 2020 è approdata sui nostri portali Amazon Prime Video “Upload” una serie che mescola la fantascienza alla commedia in un futuro distopico decisamente prossimo. Siamo, infatti, nel 2033 e l’uomo è in grado di essere caricato sul server per poter proseguire in eterno la propria vita. Un paradiso eterno che ha decisamente il sapore di una puntata di Black Mirror (San Junipero in particolare).
Nathan (Robbie Amell, lo ricorderete come il bell'imbuto della commedia romantica "L'A.S.S.O. nella manica") è il nostro bel protagonista che, dopo un incidente stradale “sospetto”, rischiando la morte procede per l’upload. In questo mondo digitale viene accolto da Nora (Andy Allo), un’assistente umana, incaricata di occuparsi dell’adattamento degli ospiti all’interno di questo paradiso digitale. La serie, nel corso delle sue 10 puntate, si muove tra le corde del romantico, del giallo e della commedia, toccando alcuni punti di grottesco; questo mix è in grado di catturare l’emotività dello spettatore.


Upload, fin dall’inizio, dichiara i suoi intenti; si presenta come una serie in grado di coniugare “Her”, “Black Mirror” e l’ideologia che muove le corde di “Westworld”. Se, infatti, negli anni ’80 l’immaginazione era proiettata verso i viaggi nel tempo e nello spazio o sull’auto volanti, oggi è la tecnologia che abbiamo a portata di mano a farla da padrone. I social, i cellulare, i dati e i server vengono così immaginati come macchine con la quale creare un’estensione della vita. Non più clonazione, siamo troppi su questo pianeta, ma i più ricchi potranno di certo assicurarsi un posto nel paradiso digitale. È affascinante pensare a come il cervello umano possa essere codificato su una scala di 0 e 1 al tal punto da poter essere replicato digitalmente; mentre la nostra coscienza, quella che realmente costituisce la nostra identità, tenta di fare il confronto tra reale e digitale. I confini diventano sempre più labili e si innescano meccanismi intricati sul piano morale, filosofico e sociologico. La serie, infatti, porta lo spettatore a riflettere anche sul concetto di identità, nonostante questi elementi restino in secondo piano e costituiscano il “pretesto” narrativo.

Il contesto in cui l’azione si muove è, in sostanza, duplice; la differenza tra reale e virtuale è minima, ma la si nota grazie alla fotografia oltre che alla “realizzazione” grafica. Il mondo reale ha i dei toni più freddi, la città di New York va in netto contrasto con l’arancione e il calore di Lakeview. Rispecchiando quello che è un po’ il sogno americano, infatti, il paradiso viene trasposto nella periferia Newyorkese, in quelle cittadine o in quei quartieri residenziali che fanno tanta gola alle famiglie per poter cercare di crescere i figli al sicuro dai pericoli del centro.
Il ritmo narrativo è incalzante e intrigante. Nel mentre si stanno vivendo le relazioni e gli intrecci di “facciata”, ci si ritrova a dover fare i conti con un thriller dal finale fin troppo in sospeso. Il cliffhanger con cui terminano le prime 10 puntate, fidatevi, che vi farà saltare sulla poltrona. Nelle ultime puntate si arriverà al punto in cui si vorrà sapere di più, ma quest’over è destinato alla primavera del 2021 (tutto permettendo).

Se volete qualcosa di leggero da consumare in breve, ma che allo stesso tempo vi possa spingere a riflettere sulla tecnologia che abbiamo tra le dita, Upload è la serie che fa per voi!

1 commento:

Anonimo ha detto...

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