Il 12 giugno è
finalmente arrivato e il tanto annunciato film di Disney è approdato sulla piattaforma
di streaming. Artemis Fowl è così arrivato sui piccoli schermi di noi italiani
e, francamente, ringrazio il fatto che non sia approdato al cinema perché almeno
l’ho visto incluso nel mio abbonamento. Premetto di non aver letto i libri di
Eoin Colfer, ma prima di scrivere questa recensione mi sono informata a dovere.
Non credevo davvero possibile che potesse esistere una storia dalla trama così
inconsistente. I libri, in sostanza, da quel che ho capito, sono un modo per poter
cercare di modernizzare la mitologia irlandese, ma non avendoli letti questa
analisi si concentrerà principalmente sulla struttura del film.
#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione
Su YouTube puoi trovare la recensione video! Passa e lascia un commentino per farmi sapere cosa ne pensi Siamo giunti al nostro terzo app...
lunedì 15 giugno 2020
venerdì 5 giugno 2020
La costellazione dell'Ofiuco: Prefazione
Prefazione
Fin da quando ero
una bambina, ho trovato quasi stucchevole iniziare a raccontare una storia nel
modo più classico. Il “c’era una volta” non mi è mai piaciuto, forse perché
sono cresciuta sentendomi ripetere, un po’ troppe volte, la prefazione del
Pinocchio di Collodi. Amo, ancora oggi, mio nonno, nonostante non ci sia più, per
avermela letta tutte le volte che volevo, o ogni qual volta io non riuscivo a
prendere sonno. Collodi aveva ingannato i suoi lettori, perché il protagonista
della sua storia non era un re o una regina, era solo un pezzo di legno. E
oggi, un po’ come allora, sono convinta che il modo migliore per iniziare a
raccontare una storia sia quello di spingere chi ci sta leggendo a “immaginare”
il mondo in cui lo si sta trasportando. Probabilmente Eco mi sgriderebbe per il
mio audace modo di rivolgermi direttamente al mio lettore, ma la mia magia
narrativa è iniziata parlandoti di me, perché senza di me questa storia non
esisterebbe, senza di me tu non potresti immaginare, senza di me non sapresti
dei personaggi di cui ti voglio parlare.
mercoledì 3 giugno 2020
#Cultedì: American Beauty - Recensione
Considerato per molti un vero e proprio cult
della cinematografia di fine anni ’90, American Beauty è
recentemente approdato sulla piattaforma in streaming di Netflix.
Era l’8 settembre
del 1999 quando, al Grauman’s Egytian Theatre di Los Angeles, su proiettato per
la prima volta. Non era una pellicola dalle molte pretese, gli attori presenti
sono entrati nell’immaginario collettivo e, all’allora sconosciuto regista, non
rendeva altisonanti le aspettative del pubblico. Il film riscosse un notevole
successo, così, dopo al sua uscita, esso ottenne numerosi riconoscimenti tra
cui il premio come miglior film, migliore regia e miglio attore protagonista.
Sam Mendes,
candidato agli Oscar 2020 per 1917, aveva portato in scena un’attenta critica
nei confronti della società americana e dell’immobilismo che la routine
matrimoniale molte volte porta con se. La pellicola, infatti, narrata dal suo
protagonista Lester, narra i turbamenti e le ossessioni che iniziano a
scatenarsi in lui.
martedì 2 giugno 2020
La follia dei social, ai tempi delle proteste
Quella a cui stiamo
assistendo oggi è la dimostrazione di un grande senso di confusione che permea
la società.
Se da un lato abbiamo chi scende in piazza e protesta silenziosamente, dall'altra abbiamo chi brucia tutto senza guardare in faccia nessuno.
Mentre chi se ne sta comodamente seduto sulla propria poltrona aspetta che siano gli altri ad aprire bocca per potersi indignare, per poter urlare allo scandalo, per poter giudicare e talvolta denigrare.
I social.
Se da un lato abbiamo chi scende in piazza e protesta silenziosamente, dall'altra abbiamo chi brucia tutto senza guardare in faccia nessuno.
Mentre chi se ne sta comodamente seduto sulla propria poltrona aspetta che siano gli altri ad aprire bocca per potersi indignare, per poter urlare allo scandalo, per poter giudicare e talvolta denigrare.
I social.
lunedì 1 giugno 2020
#AmazonPrimeVideo: Selah and the Spades - Recensione
Il potere sembra
inebriare gli americani ad ogni fascia d’età. Diversi prodotti culturali
parlano proprio della fascinazione che il potere esercita soprattutto gli
adolescenti. La creazione di se stessi sottopone i singoli individui a
pressioni, sia interne che esterne, così come all’ossessivo controllo di ciò
che li circonda; ciò lo si vede anche nel film appena sbarcato in casa Amazon
Prime Video. Questa è la storia di Selah (Lovie Simone), una ragazza che si muove tra il
controllo che la famiglia esercita su di lei e la gestione del potere che
detiene all’interno del contesto scolastico. Siamo in Pennsylvania, in una
scuola privata nascosta lontana da sguardi indiscreti all’interno della quale
il potere è realmente detenuto dagli studenti e non dagli insegnanti. Infatti,
suddivisi in veri e propri clan, i ragazzi cercando di soddisfare ogni sorta di
piacere o vizio rispettando una sorta di scala gerarchica.
Per poter vedere il film abbonati ad Amazon Prime Video o provalo per 30 giorni gratuitamente
Per poter vedere il film abbonati ad Amazon Prime Video o provalo per 30 giorni gratuitamente
venerdì 29 maggio 2020
Roma dei Romani, tour post-covid (Travel Blog)
Foto del 22.05.2020 |
Ricordo ancora il
giorno in cui decisi che avrei voluto vivere qui a Roma. Non fu una scelta
decisa, tutt’altro; fu combattuta, indecisa, tormentata, lunga. Forse la cosa
più pensata mai realmente fatta in vita mia.
La prima volta che
venni in questa città me ne innamorati, ero un’adolescente come tanti che aveva
macinato chilometri e chilometri con le suole delle proprie scarpe per poter cercare
di vederne di più. Mio padre era il mio Cicerone, buffo come le cose si siano
invertite. Vedevo i palazzi, i monumenti, troppo velocemente, ma prendevano
vita direttamente da quelli che erano i miei libri di storia dell’arte. E ora, eccomi
qui. Trasferita in questa città dal 2013.
lunedì 25 maggio 2020
#Netflix: Non ho mai - Recensione serie tv
Se vi è piaciuta "Jane The Virgin" allora, con buona probabilità, vi affezionerete ai personaggi
di “Non ho mai…” una delle nuove serie Netflix che è stata recentemente doppiata
in italiano. Se, infatti, in Jane The Virgin avevamo la cultura sud americana
che la faceva da padrone, in questo caso siamo in presenza della ferrea disciplina
indiana.
Dopo aver passato un
anno orribile caratterizzato da un dolore così profondo che le ha provocato una
paralisi psicosomatica, Devi Vishwakumar vuole riuscire a scalare la piramide
sociale scolastica provando ad entrare a far parte dei ragazzi più fighi della
scuola. Così, insieme alle sue due migliori amiche cercherà di puntare le sue
carte vincenti sul tentare di avere tutte e tre un ragazzo.
Iscriviti a:
Post (Atom)