#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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mercoledì 24 giugno 2020

#Cultedì: Via col Vento - Analisi

Screen Netflix del  22/06/2020
La guerra di secessione è una delle battaglie più cruente che la storia americana annovera nella sua memoria.
Victor Fleming – regista della pellicola – ha saputo rendere omaggio al romanzo di Margaret Mitchell, raccontando la storia di Rossella O’Hara (Vivien Leigh). Era il 1861 e il nord aveva iniziato la sua avanzata verso il sud per poter cercare di liberare gli stati più testardi da una piaga sociale che veniva considerata la normalità. "Via col Vento" è un cult dei fine anni 30, arrivò in sala nel 1939, e fu immediatamente un notevole successo soprattutto da parte della critica.

Nonostante le critiche alla quale oggi il film è sottoposto e il momentaneo ritiro dal palinsesto del canale di streaming americano dell'HBO. In Italia è disponibile in streaming su Netflix.

Siamo a Tara nella piantagione di cotone della famiglia O’Hara in Georgia. Rossella, la nostra protagonista, scopre che l’uomo che ama, Ashley Wilkes, si sposerà presto con la propria cugina Melania Hamilton. Alla festa, per l’annuncio del fidanzamento, Rossella tenta il tutto per tutto dichiarando i propri sentimenti all’uomo, ma lui la rifiuta rispondendole che, nonostante i sentimenti che nutre per Rossella, con la cugina c’è una maggiore compatibilità. Ferita e umiliata, Rossella scopre che la scena è stata vista da uno degli ospiti: Rhett Butler (Clark Gable). Ma il rifiuto passa momentaneamente in secondo piano perché inizia a diffondersi la notizia dell’inizio della guerra. Per cercare di sopperire alla rabbia e alla gelosia, Rossella decide di accettare la proposta di matrimonio di Carlo, il fratello di Melania, divenendo così la cognata di Ashley prima del loro arruolamento. Da qui tutta la trama prende il via con i suoi vari atti.

Il film, infatti, come se fosse un’opera teatrale, è diviso in 2 parti: un momento prima della guerra e un altro post. Questo tentare di scandire il tempo è fondamentale perché fa comprendere allo spettatore il modo con cui Rossella cresce durante gli anni di guerra. Le difficoltà che è costretta ad affrontare, le perdite e le paure, modificano il suo carattere temprando il suo capriccio in testardaggine e avidità. Rossella O’Hara riversa il suo dolore nel lavoro, diventando una donna all’apparenza arida nei sentimenti, ma abbastanza capace nel mantenere salda la propria terra e il tetto sulla propria testa. Da quel suo primo matrimonio comprenderà l’uso che può fare di quel contratto firmato nella quale mai verserà realmente il suo amore perché quel sentimento era rimasto legato al ricordo di quei fulgidi momenti condivisi con Ashley.

Rhett Butler è l’uomo che in realtà fa per lei, colui che nonostante i suoi valori e i suoi obiettivi mette tutto da parte comprendendo i suoi sentimenti per Rossella. La sposa, nonostante lui non sia avvezzo al matrimonio; le è fedele, nonostante la vita che aveva condotto fino a quel momento; cerca di far in modo che alla donna non manchi mai nulla, ma i sentimenti della donna non saranno ricambiati fino a quando non sarà troppo tardi. Ed è proprio giunti a questo punto che la narrazione trova la sua forza.

Nonostante la pellicola duri ben 4 ore la fluidità del racconto le rende molto leggere. È interessante osservare il punto di vista di Rossella, la sua caparbietà e anche la sua forza. Paradossalmente lei è un personaggio femminile straordinariamente moderno perché riesce ad incarnare in sé valori e comportamenti ben lontani ad una donna di quell’epoca. Disposta a lavorare la terra, meno vanesia di molte altre, molto più determinati di alcuni uomini, si fa strumento della propria fortuna. La storia viene raccontata dal suo punto di vista e lo spettatore assaggia e fa propria la sua normalità. La schiavitù viene considerata qualcosa di normale, perché effettivamente era così che veniva considerata. La guerra e il nord, nonostante i valori incarnati, erano il nemico; erano coloro che stavano distruggendo la normalità per i sudisti. Ed è proprio questo che dovrebbe spingere lo spettatore a riflettere sugli aspetti che questo film può insegnare nel 2020.

Screen Netflix del 19/06/2020
Il pubblico di oggi è stato sempre più abituato a vedere il nero e il bianco nettamente suddivisi: il bene stava da una parte e il nero stava dall’altra. Quando, in realtà, la normalità sta nel mezzo. Il nemico che deve essere cattivo solo perché è nato cattivo non ha più senso, non ha mai avuto senso. Il cattivo, che in realtà è considerabile buono, quell’elemento con la quale si può entrare in empatia, diviene forza correttiva di un comportamento altrimenti sistemico.

Via col vento affonda la sua forza narrativa non solo nella storia d’amore, ma soprattutto nella sua rappresentazione sociale. Essere specchio di un’epoca non fa altro che creare un contesto dalla quale va preso insegnamento e monito. Riconoscere qualcosa che è umanamente considerato sbagliato, come la schiavitù, come qualcosa di normale e qualcosa di vicino a quella che era la quotidianità di un tempo; oggi giorno diviene elemento per poterne discutere e per poter allontanare quell’errore dalla nostra quotidianità.

Nel 1940 la pellicola vinse 8 premi Oscar: Miglior Film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista, miglior attrice non protagonista (Hattie McDaniel*); proprio quest’ultima statuetta fu una vera e propria svolta per il cinema dell’epoca, in quanto la McDaniel fu la prima attrice afroamericana a stringere tra le mani la statuetta dorata.

Ricordiamo i traguardi legati a quel film.
Studiamo ciò che questo film ha rappresentato per l’epoca nella quale è arrivato in sala.
Ricordiamo il disturbo bipolare di Vivien Leigh per stigmatizzarne la portata. Parlare, raccontare, studiare, sono attività che servono per poter allontanare da noi l’errore e avvicinare gli insegnamenti corretti di un’epoca passata.


*Ho parlato di Hattie McDaniel nella mia recensione di Hollywood (qui il link al video), visto che Ryan Murphy ha inserito questo personaggio all’interno della sua serie tv. 


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