#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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giovedì 30 agosto 2018

ADRIFT: RESTA CON ME - Recensione & Commento

Sam Claflin è tornato in sala. "Resta con me", da ieri al cinema per noi italiani, è stato presentato in anteprima al Giffoni Film Festival dallo stesso protagonista. L'interprete di Richard Sharp si è sentito in dovere di scusarsi con la platea, con cui ha discusso per alcuni minuti, prima che essa potesse vedere il film proprio per l'intensità che la storia narrata porta sullo schermo. 
"Adrift" - titolo in lingua originale della pellicola - ha come protagonista una storia davvero imponente e commovente; tratta da fatti realmente accaduti in grado di farvi lasciare l'anima sulla poltrona del vostro cinema.

Il cast è praticamente composto dai due soli protagonisti, in quanto gli altri personaggi sono fin troppo marginali alla storia per poter avere una reale rilevanza come caratteri. Chi ha seguito la produzione del film conosce lo sforzo che i due attori hanno compiuto per adattarsi allo script; lo sviluppo di nuove capacità, come quelle di navigazioni o di eviscerazione del pesce, hanno ancora una volta confermato il talento e gli sforzi che questi due attori sono in grado di compiere per la riuscita filmica. Shailene Woodley e Sam Claflin interpretano una giovane coppia che, partendo dalla Polinesia, decide di sfidare l'oceano per poter raggiungere l'America. Un viaggio di lavoro che si complicherà nel momento in cui la loro rotta si imbatterà in un uragano che devasterà la loro esistenza.

La storia viene narrata attraverso un vero e proprio viaggio mentale, compiuto dalla stessa Tami Oldham Ashcraft (la nostra protagonista), che nel corso dei 41 giorni di sopravvivenza in mare aperto, cercherà di aggrapparsi ad ogni singolo ricordo per non cedere la ragione alle allucinazioni. Il corso degli eventi è abbastanza prevedibile, ma emotivamente mai banale, facilmente intuibile è la fine anche senza conoscerne la realtà (o senza conoscere la durata media della vita dei personaggi interpretati da Sam).

Soffermandoci sugli aspetti negativi del film è facile notare la lentezza degli eventi, forse la narrazione non è stata aiutata dalla scelta operata nel raccontare. In particolare ci si può focalizzare sul cambiamento tempistico; i flashback e il ritorno al presente della giovane Tami, nel corso dei 90 minuti di film, stracciano così tanto il tempo della fabulazione da renderlo leggermente prolisso. Forse una maggiore linearità avrebbe sciolto la pesantezza tempistica, ma non avrebbe dato quel senso di attaccamento al ricordo che si può evincere nella sotto-trama.

VOTO: 8/10


Se vi volete appassionare a questa storia, versando le lacrime che io stessa ho versato durante la sua visione, vi consiglio vivamente di andare in sala in questi giorni. Anche se, devo ammettervi che il giorno in cui ho visto questo film ero particolarmente suscettibile. Capitemi, avevo pochissime ore di sonno, avevo appena visto il mio attore preferito - Sam - a pochi metri da me, e come se questo non fosse già abbastanza, sono stata tra le poche fortunate che gli hanno consegnato il riconoscimento del Giffoni... in poche parole ho avuto l'opportunità di essergli talmente tanto vicino da potervi dire che aveva la barba morbida, che sapeva di buono e che volevo scendere da quel palco per scoppiare a piangere. Si... molto professionale devo dire.

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