#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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lunedì 5 ottobre 2020

#Insala: Greenland (Spoiler)

Tornare al cinema, dopo il Lockdown, sembra suscitare non poche perplessità, ma le produzioni cinematografiche le stanno provando tutte per distrarci, così da spingerci verso il ritorno in sala. Del resto abbiamo bisogno, più che rispetto al passato, del vivere di fantasia beandoci delle immagini in movimento e della magia che il buio instaura nel momento in cui viene rischiarato dalla luminosità di uno schermo. 

L’8 ottobre “Greenland” arriva in quelle sale già aperte al pubblico. Quindi non resta far altro che lasciarci andare davanti la rinnovata collaborazione tra Ric Roman Waugh e Gerald Butler (i due hanno già collaborato per il terzo volume di “Attacco al potere”) e godiamoci questa uscita cinematografica nonostante l’obbligo dell’indossare la mascherina per cercare di non far fermare l’arte in tutte le sue forme.


Sia dalle immagini presenti nel trailer pubblicitari, sia per ciò che poi si muove in scena; Greenland si mostra come un film con una delle trame più viste di sempre: l’apocalisse con annessa estinzione globale di massa, per cause naturali. Fin dai primi istanti, infatti, lo spettatore viene catapultato nella più banale delle situazioni familiari, senza che, però, le cause vengano effettivamente spiegate. La famiglia Garrity è spezzata a metà, tra moglie (Morena Baccarin) e marito (Gerald Butler) vi è tensione e imbarazzo per qualcosa che viene taciuto,ma che è facilmente intuibile dallo spettatore; un elemento che effettivamente non è utile alla narrazione, ma ne scandisce l’iniziale ritmo. La prima parte del film, infatti, è molto lenta e decisamente in contrasto con la frenesia che successivamente verrà mostrata. È come se lo spettatore si trovasse all’interno della stasi che precede la tempesta nella struttura della storia; dall’altra parte in realtà si è all’interno del tumulto emotivo della famiglia. 

Con un occhio più attento ci si può concentrare sulle dinamiche in realtà molto differenti rispetto a pellicole appartenenti al genere del disaster movie. Questo tipo di film ci ha abituato ad osservare le gesta di questo o quell’eroe che senza una razionale motivazione si sentiva spinto a salvare tutta la patria, andando anche molto spesso contro lo stesso istinto di sopravvivenza. Qui, invece, vediamo un uomo che è stata spezzato da quelle che erano le dinamiche familiari, ma che è disposto a tutto pur di salvare la moglie e il figlio facendo la cosa giusta solo per poter stare loro vicino. Un uomo che lotta al fianco del proprio istinto, sopravvivenza che in certi istanti ha anche la meglio facendogli macchiare le mani di sangue; spezzando la sua umanità solo per poter riuscire a sopravvivere a quella che sembra essere la notte più lunga di tutta la sua vita. 

Se, quindi, da una parte abbiamo un lui disposto a tutto per la sua lei e per suo figlio; dall’altra parte abbiamo una donna che è forte tanto quanto lo è il marito. La forza di una madre e di una moglie che cerca di trovare la soluzione migliore per poter cercare di salvare la propria famiglia, ma anche quella di una figlia che cerca di dare l’addio alle persone che ha da sempre avuto vicino. 
Una coppia, dunque, vittima degli eventi, scombussolata e dilaniata dai dubbi che si stanno susseguendo. Una famiglia che non vuol far altro che salvare il loro nucleo per poter cercare di sopravvivere nonostante tutto e tutti.

È pur vero che certi elementi sono stati inseriti nella narrazione solo per poter essere la causa di determinate azioni successive, mi riferisco in particolare al fatto che il figlio della coppia soffra di diabete. La malattia, nonostante non sia debilitante come altre, costituisce un vero e proprio deterrente che è facilmente intuibile fin dal momento in cui ci viene introdotto. Nel momento in cui la famiglia è costretta a fare i bagagli è praticamente evidente che ben presto l’insulina in un modo o nell’altro verrà perduta o dimenticata da qualche parte così che la famiglia possa avere una difficoltà effettiva con la quale scontrarsi, come se il cercare di sopravvivere alla pioggia di alcuni detriti spaziali non sia abbastanza complicato. 
L’insulina verrà perduta, ma costituirà anche un deterrente per mandare avanti la trama. La famiglia si separa, perché Gerard andrà a recuperare le fiale in auto, ma allo stesso tempo Morena metterà in luce il fatto che bambino abbia una malattia cronica; fatto che gli impedirà di essere portati all’interno dei rifugi militari per la quale erano stati sorteggiati. 
Quindi certe logiche appaiono abbastanza scontate e banali, si poteva fare “di più”, ma tutto sommato il discorso fila e si riesce a passare sopra questi espedienti narrativi perché necessari per poter accedere alla parte consistente della narrazione. 

Si poteva fare di più anche sotto il punto di vista della credibilità di alcuni effetti visivi. Se infatti, in una scena in particolare, il pericolo di questi detriti sembra essere catastrofico, nel secondo successivo appaiono quasi banali. Sembra che scendano della palle infuocate paragonabile alla pericolosità che può avere la grandine, quando un attimo prima alcuni di quegli stessi detriti avevano abbatto un elicottero e distrutto un ponte. Okay, dobbiamo mostrare quanto sia difficile riuscire ad arrivare verso la salvezza, ma renderlo un tantino più uniforme sarebbe stato di certo più sensato e gradevole alla vista. 

Bella la fotografia sopratutto perché sembra seguire l’emotività dei personaggi prima ancora che gli eventi atmosferici. Il blu governa la disperazione dei personaggi nella loro lunga notte infernale, mentre il giallo e l’arancione, nonostante siano i sintomi della pioggia di detriti spaziali, sono anche simbolo di quella quiete che sta per diventare area di combattimento. 
Il tutto è quasi disorientate per lo spettatore che viene portato a chiedersi quante ore effettivamente siano passate, quando in realtà non è altro che una notte. 

Tutto sommato è un film che mi ha intrattenuto. Utile per essere distratti e per essere riportati alla magia della sala con qualcosa di emotivamente pregnante. Se vi piacciono i film d’azione questo è quello che state cercando per poter passare una serata a mangiare pop corn. 

3/5 perché riesce a superare molti degli aspetti canonici di questo genere di film.

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