#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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mercoledì 22 aprile 2020

#AmazonPrimeVideo: Dora e la città perduta

"Dora l'esploratrice" arriva su Amazon Prime Video, un film per famiglie ideale per poter intrattenere grandi e piccini.

Tutti conoscono la nomea dell'esploratrice più amata di Nickelodeon; nata nel 2000 e approdata in Italia nel 2005, ha preso immediatamente le redini dell'interattività televisiva. La sua caratteristica principale, infatti, è quella di insegnare ai più piccoli altri idiomi che vengono usati fluentemente inseriti nel parlato della sua giovane protagonista; considerato soprattutto che nella versione inglese parla anche lo spagnolo, mentre in quella italiana vi è l’alternanza tra inglese e italiano. L’accettazione, quindi, rientra sicuramente nel gioco che i produttori avevano voluto creare con le varie avventure della piccola esploratrice, considerato che ideologicamente la sua provenienza dovrebbe essere miscelata all’America Latina; tema abbastanza precoce, ma quanto mai attuale.


La giovane Dora porterà il pubblico dello streaming, dopo esser stata in sala lo scorso settembre, con se in una nuova avventura, muovendosi tra voglia di scoprire qualcosa di nuovo e i classici problemi adolescenziali. La ragazza con il caschetto e i grandi occhioni marroni, infatti, non è più la ragazzina di sette anni che i bimbi hanno imparato a conoscere, ma è un’adolescente che a detta dei genitori è rimasta lontano dalla società per troppo tempo e che, quindi, sarà costretta a esplorare Los Angeles e non la giungla alla quale era abituata.
“Dora e la città perduta” cerca di rivolersi a un pubblico eterogeneo, riuscendo a non dimenticare il target delle sue origini. Strizza l’occhio numerose volte ai più piccoli che sicuramente andranno a vederlo in sala, dandogli quel cartone alla quale erano abituati o con la quale stanno crescendo. L’assurda interazione, le domane poste al vuoto, non mancano, ma vengono schernite con sapiente ironia tanto da far ridere anche chi in sala è un po’ più in la con gli anni. È anche vero, però, che ogni tanto lo stucchevole ottimismo di Dora e della sua famiglia rischia di essere marcato un po’ troppo, ma per fortuna sono gli stessi personaggi all’interno della storia a rimarcare anche questo elemento. Sembra superfluo dire che chi può apprezzare realmente questo film e la sua morale finale ha un’età media che si aggira intorno alla pre-adolescenza.
Il cast, con il suo talento, aiuta molto l’intero svolgimento della trama. La giovane Isabella Moner, vista già in “Instant Family”, da davvero sfoggio del suo talento naturale per la recitazione; la parte le calza a pennello, il suo grande sorriso e i suoi occhioni marroni la fanno sembrare svampita e testarda allo stesso tempo, soprattutto negli intermezzi comici che richiamano il cartone animato. Eva Longoria e Michael Peña sono i due genitori della giovane ragazza e risultano davvero divertenti l’una accanto all’altra.
Saggia scelta è stata, inoltre, applicata nella caratterizzazione di due personaggi fondamentali: Boots, la scimmietta blue amica di Dora, e la volpe ladra Swiper. Grazie a questi due caratteri l’ordinario e lo straordinario si fondono. La scelta da parte della produzione, infatti, è stata quella di lasciarli nella loro digitalizzata senza dover far in modo che il loro ruolo potesse essere fisicamente sostituito da un personaggio in carne ed ossa. Le loro voci, rispettivamente, sono state prestate da Danny Trejo e da Benicio del Toro (doppiato da Pino Insegno).

Dora, con questa pellicola, tenta di colpire il cuore del grande pubblico, riuscendo a strappargli una risata. Le sue avventure e il suo ottimismo coinvolgono in qualche assurdo modo il pubblico in sala per qualche ora di semplice divertimento. Non va perso di vista il fatto che in ogni caso è un film dedicato alle famiglie e non ha di certo la pretesa di ergersi a commedia dell’anno. Siamo davanti all’avventura di una giovane ragazza che si muove tra due mondi: la giungla della foresta pluviale e la giungla di Los Angeles. Da una parte i pericoli fisici, l’ostilità della natura; dall’altra la sopravvivenza più estrema per non rischiare di essere vittime di bullismo.

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