Protagonista di
questa storia è Sarah (Alison Brie), una ragazza che sta cercando
di superare il trauma del suicidio della madre, ma che in realtà non fa altro
che isolarsi nella sua ordinaria e isolata routine. La sua vita si districa tra
il suo piccolo appartamento, condiviso con Nikki (Debby Ryan), e il suo
lavoro all’interno di un negozietto che vende oggetti per il fai da te e stoffe
colorate; il suo unico sfogo è racchiuso nel suo rapporto con uno dei cavalli
di un maneggio che spesso frequenta. La sua solitudine è cronica, lei è
praticamente incapace di uscire dalla sua bolla. Il suo guscio è costituito dalle
sue abitudini e dalla sua ossessione per una serie televisiva su tema
soprannaturale: Purgatory, il cui protagonista si chiama Darren (Matthew
Gray Gubler), una serie che sembra la falsa copia di X-Files.
In occasione del suo
compleanno, rimasta sola per l’ennesima volta, la sua coinquilina decide di
chiedere al suo ragazzo di invitare un suo amico, in modo che potessero
festeggiare tutti insieme il compleanno di Sarah. Nikki le presenta, così,
Darren (John Paul Reynolds) - omonimo del personaggio di Purgatory - con cui si crea fin da subito un profondo legame, ma se la
sua vita inizia a prendere una piega migliore, il suo stato emotivo in realtà
cambia profondamente. La sua salute, sopratutto mentale, inizia a vacillare; strani episodi di epistassi, di sonnambulismo, strani lividi sul corpo, e black
out mentali iniziano a tormentare l’emotività della ragazza. Questi episodi divengono via via sempre più frequenti
da spingerla a pensare di essere affetta dalla stessa malattia mentale che
aveva sua nonna. Successivamente agli strani sogni che inizia a fare e notando la somiglianza impressionante che condivide con sua
nonna, Sarah inizia a
credere di essere in realtà un clone, sorvegliato dal governo per essere un "termometro" umano. Muovendosi tra
un’apparente schizofrenia e l’idea di essere addirittura rapita dagli alieni, il film inizia a
prendere una piega completamente inaspettata.
Il film ha un sapore
davvero particolare e controverso; un viaggio la cui verità è difficile da
comprendere. Perfino quando si arriva ai titoli di coda continua a restare un
reale mistero, cosa che permette allo spettatore di completare da solo il
mistero della trama. Dopo la notte passata in un centro di sostegno
psicologico, il film prende una piega decisamente distorta; la realtà si piega,
lo spazio si infrange e il senso di perdizione è l’elemento che la fa da
padrone. Fotografia e azione si mescolano in un fluente moto di straniamento in
grado di coinvolgere lo spettatore nello stesso senso di perdizione che
appartiene a Sarah. Il dubbio resta costante, perpetrato in un costante binomio
che si muove tra due poli: follia o rapimento alieno?
Una scena, in
particolare, cercherà di concludere il cerchio che la diegesi apre; mentre la
pellicola sta per giungere a conclusione vi è un momento che sembra avvalorare
la seconda ipotesi. Il tempo si piega, si sposta, perché governato da una
tecnologia che non appartiene a questo mondo. Ma lascio a voi l’idea di trovare
questo particolare.
Alison Brie è in
grado di donare al pubblico un’interpretazione magistrale, in grado di
incollare il pubblico allo schermo. Lei è perfetta nel suo essere minuta e
quasi angelica, ma allo stesso tempo distaccata da poter mostrare quelle
espressioni che tutti scambierebbero per follia. Alison è anche sceneggiatrice,
insieme al regista, del film; scelta decisamente giusta considerato quanto il
ruolo di Sarah le calza a pennello. Se non volete perdervi la bellezza
recitativa di questa attrice guardatevi GLOW!
Il viaggio, che il
regista ci propone, è decisamente complicato da decifrare. Non stando attenti a
quello che si ha davanti può sembrare di star guardando un film che parla di
una ragazza affetta da disturbi mentali, ma sarebbe decisamente semplicistico archiviarlo
in questo modo. Quello che Horse Girl ci propone è qualcosa di complesso, dalla
lettura difficile, che spinge lo spettatore a cercare di comprendere ciò che il
regista lascia in sospeso o nel mistero.
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