#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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martedì 13 giugno 2017

Shadowhunters: il commento di Cassandra Clare


Se si pensava che il fandom di Shadowhunters non si potesse spezzare più di quanto non sia già avvenuto, beh… ci si sbagliava.

Dopo che il film aveva già fatto stringere la bocca ai fan, la serie ha fatto in modo che tutto diventasse bianco o nero. I motivi per sconsigliare di vedere la serie sembrano passare dal banale all’ovvio; tra effetti speciali non esattamente connessi con i movimenti dei personaggi, cavi che eliminano l’illusione magica della sospensione aerea e pessima recitazione, spiccano quei buchi di trama che hanno fatto profondamente ricredere i fan che avevano già conficcato le unghie nelle poltrone del cinema nel lontano 2013. I romanzi young adult attirano il pubblico che generalmente si rivolge alle produzioni americane per poter vedere rappresentato sul grande schermo quello che hanno solamente immaginato, ma non sempre cioè riesce a sufficienza.
In questo periodo, però, oltre ad assistere al fallimento di molte rappresentazioni sul grande schermo, quelle del piccolo stanno seguendo lo stesso percorso. L’errore, probabilmente, sembra essere il fatto che si cerca di puntare ad un target ben diverso da quello che ha letto i libri, perdendo così anche la fedeltà che uno scrittore si era riuscito a guadagnare con la pubblicazione in serie. Quindi lo sbaglio sembra essere commesso dai produttori e dai registi di una serie e di un film, che scelgono in che modo rivolversi al proprio pubblico; anche se i fan iniziano a chiedersi come mai uno scrittore ha potuto permettere una cosa del genere.

Come dichiarato da Cassandra Clare in un’intervista
Devi sottostare al volere dei produttori e dello showrunner. Con Shadowhunters, mi avevano detto di volermi coinvolta, e mi hanno fatto partecipare ai casting, ovvero la prima cosa su cui hanno lavorato. Quindi ho avuto modo di essere parecchio coinvolta nel casting dei protagonisti. Poi mi hanno detto di volere delle mie annotazioni sul copione del pilot e me l’hanno inviato. A quel punto le cose dono diventate più complicate.
La scrittrice fa, quindi, comprendere ai suoi lettori che realmente quello che abbiamo davanti gli occhi non è quello che lei aveva immaginato per uno show immaginato per dar vita ai propri personaggi. Se precedentemente il pubblico interessato alla saga era per lo più femminile e di età compresa tra i 13 e i 18 anni, con lo show televisivo la Freeform ha puntato a qualcosa di più adulto e maschile. Più azione, più tecnologia, sconvolgimenti dal punto di vista sentimentale della trama, personaggi snaturati delle loro caratteristiche principali diventando prettamente “tette e culo” sono i cardini di un cambiamento capace di far storcere il naso a chi ha amato i libri. 
Mi hanno detto che mai nessuno avrebbe voluto vedere un personaggio gay insieme ad un altro uomo, sullo schermo, e che di conseguenza avrebbero aggiunto una donna con cui fargli passare la maggior parte del tempo. Mi è stata descritta come la sua anima gemella.
Ha aggiunto la scrittrice parlando della tanto amata Malec rovinata da un finto matrimonio.
Durante la prima stagione, lei stessa, ha avuto la possibilità di notare il modo con cui il pubblico si sia nettamente schierato da una parte o dall’altra. Chi (come me) continua a vederne i difetti perché sentimentalmente legato alle parole e chi invece adora l’azione in scena. 


Ho visto i primi tre episodi della seconda stagione, ma hanno un’aria più simile ai miei romanzi. Sono divertenti, e ho sempre ritenuto l’umorismo una parte importante del mondo degli Shadowhunters. Lo show sembra più cupo e la posta in gioco è più definita.
 Si spera, quindi, che la seconda stagione, definita dei network come un reboot, apparta abbastanza miglioramenti da risollevare il morale di questa serie, altrimenti grandiosa.

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