#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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martedì 13 giugno 2017

Sognando si cade - La la land

All’interno di quello che è lo scenario creato dal film che quest’anno ha battuto i record di candidature, realizzando un totale di sei Oscars su quattordici, quello che si apre agli occhi dello spettatore è un mondo nettamente più pessimistico della lettura che in molti hanno dato.
Devo dire che come musical non mi ha fatto impazzire in quanto il modo con cui viene descritto il genere, per tutta la durata della pellicola, appare molto decadente. Le citazioni e riferimenti che impregnano il musical lo fanno assomigliare al mostro di Frankenstein dei film, come, infatti, dissi all’interno della mia recensione sulla notte più stellata dell’anno.
Sottolineato, inoltre, il fatto che per me il film funziona perfettamente senza gli spezzoni musicali, ma riguardandolo ho un po’ rivalutato il tutto. Dopo una seconda occhiata si può intravedere quello che è il messaggio più profondo che il film riesce a delineare anche attraverso i costumi e i balli che vengono usati nella narrazione. Interessante appare la profondità che il regista è riuscito a dare al film, ma considerata la capacità che questo film ha avuto di spaccare il pubblico, forse l'oscar alla miglior regia poteva essere assegnato diversamente.

Si viene immersi nel mondo del disincanto facendolo diventare la reale faccia di Hollywood, in una considerazione post-moderna dove tutto viene concepito nei suoi estremi e nella sua inconcludenza. I toni con cui si apre il film rappresentano quella che per tanti anni, all’interno della società, forse in modo inconscio, è stata la costruzione della modernità, la speranza che le cose potranno sempre andare meglio e che tutti possono diventare quello che desiderano. Una modernità che in sociologia è stata fermata da quella che è stata la realtà della guerra, mentre per Mia e Sebastian cessa con la consapevolezza del fatto che le cose non stanno andando nella direzione in cui loro avevano sperato.
Il film viene diviso in stagioni, nelle quali in realtà sono passati anni, che con il loro significato più simbolico rappresentano proprio un percorso di vita; dall’inverno all'autunno. L’inverno è duro, ideologicamente rappresenta la morte, il sonno, le difficoltà di affrontare quello che sarà il freddo; tutto decisamente molto in contrasto con i colori brillanti, ma dal gusto retrò, con la quale si apre la prima scena. Ma la difficoltà nell’affrontare questo periodo sarà facilmente comparabile con quella che è la durezza rappresentata dai provini fatti da Mia. Morto è il mondo alla quale loro si ispirano, che è come se fosse stato sepolto da uno strato di neve nella quale al di sotto tutto resta immutato.Citando film cult, ispirandosi a grandi autori, mostrando quello che è il mondo “antico”, sembra quasi che i due protagonisti vogliano buttar sopra del sole in modo da poter scongelare tutto quello che per loro è una realtà che può sembrare onirica, ma che invece è morta. Sebastian stesso, interpretato da Ryan Gosling, sostiene, davanti il luogo nella quale hanno citato Casablanca, in un momento di profondo meta-cinema che ci rende partecipi della costruzione di quel mondo: 
Questa è Hollywood… idolatrano tutto, ma non danno valore a nulla.
Tutto ciò marca anche quella che è l’ipocrisia che pregna le azioni e le parole dei protagonisti; tutto quello che dà loro viene criticato, da loro verrà poi fatto.In un crescendo di quello che è il bel tempo, anche la vita dei protagonisti si implementa diventando sempre più splendente come l’estate. Ma quasi fossero cicale, l’arrivo dell’autunno sbatte loro in faccia la realtà dei fatti. Il loro brillante amore è vuoto, fatto di niente, qualcosa di idolatrato, idealizzato, ma che alle prime difficoltà è quasi lo scoglio che si pone davanti a quello che è il loro successo. Ma questo non lo si deve inquadrare nell’ottica del “chi troppo vuole, nulla stringe” per il semplice fatto che tutti quei sogni che loro possiedono – amore incluso – è stato costruito sulla base di un immenso e totalizzante vuoto. Tutto questo, in realtà, come già detto, non è altro che la vera essenza del mondo hollywoodiano che, con il suo divismo e il suo idolatrale, stacca gli uomini che ne fanno parte dalla realtà degli altri, ma non li arricchisce di nulla.Vuote mi son sembrate le canzoni, vuote i momenti in cui si doveva cercare di scorgere qualcosa in più nella psicologia dei soggetti in scena, vuoto è infine l’amore che Mia arriva a provare all’apice della sua carriera facendo diventare intercambiabile quello che dovrebbe essere il suo compagno di vita.
Sebastian e Mia sono protagonisti di una mancanza di coraggio, mostrata pienamente nel “what if” finale, quello nella quale i loro sogni avrebbero avuto la forza di realizzarsi qualora avessero avuto la forza di costruire con le loro mani il loro mondo e non di prenderne uno praticamente preconfezionato da qualcosa che è stato grande nel passato.

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