#Lapiziaween: Le strade del male - Recensione

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martedì 13 giugno 2017

Fallen: L'amore non muore mai


Dopo anni di attesa per i fan della saga editoriale, lo scorso 26 gennaio, è arrivato anche in Italia: Fallen.
Il film tratto dai libri scritti da Lauren Kate, regia di Scott Hicks dalla durata di 91 minuti, è stato distribuito dalla M2 Pictures in 194 sale cinematografiche classificandosi al posto in classifica del Box Office con ben 17.346 presenze. Addison Timlin, Jeremy Irvin e Harrison Gilbertson (rispettivamente Lucinda Price, Daniel Grigori e Cameron Briel) sono affiancati Joely Richardson, Lola Kirke; un cast non molto famoso, ma che sicuramente è riuscito a scaldare i cuori degli spettatori in sala, rispecchiando quella che era l’immaginazione dei lettori che conoscevo già la storia in versione editoriale.
Per poter parlare di un film del genere, bisogna prima di tutto inquadrarlo in termini di produzione e di pubblico alla quale esso si rivolge. Chi non va oltre, alla locandina o al finto triangolo amoroso che viene sistematicamente usato come appiglio narrativo, riesce a giudicare in malo modo il film se non l’intera saga, paragonandolo a qualcosa che sostanzialmente è diverso; il web, infatti, si è riempito di persone che senza alcuna conoscenza in merito ha paragonato la saga con quella di Twilight. Ora, non me ne voglia Stephany Meyer (la vostra Pizia è molto legata ad entrambe le saghe), ma la storia, come lo stesso Jeremy ha sottolineato in alcune interviste, è di certo molto più profonda e piena di azione rispetto alla rivisitazione di Romeo e Giulietta. (Ricordate però che, di storie d’amore ne è piena la narrativa così come la cinematografia ma, quello che conta è il modo con cui esse vengono narrate). La lotta tra bene e male è vissuta in pieno dai protagonisti in quanto non sono altro che la chiave ancestrale dell’inizio di essa; “Il Paradiso Perduto” di Milton appare quindi scritto fondamentale per interpretare alcuni indizi presenti nel film, conosciuti perfettamente da chi ha letto i libri.
Piccoli scambi di battute, piccoli sguardi, sono i protagonisti romantici della scena. Alcuni elementi, forse, sembrano un po’ troppo accentuati rispetto a quella che è la realtà dei fatti descritti dalla Kate, ma nel complesso l’atmosfera ricreata alla Sword and Cross (luogo nella quale si svolgono i fatti) sembra sul serio uscita dai fogli di carta. Lo spettatore, infatti, è immediatamente catapultato all’interno della copertina del primo libro della saga.
Di certo sarebbe stato carino vedere alcuni dettagli, forse fondamentali per i fan più accaniti, come sciarpe rosse, peonie o plettri, o scene in laghetti; tutta via risultano apprezzabilissimi quegli bagliori descritti in modo impeccabile dall’adorabile Lauren.
Tutto sommato, consiglio la visione del film a fan e non in quanto se per alcuni i dettagli inseriti nel film possono suonare come spoiler per quello che accadrà nel secondo o terzo libro, per chi non conosce il testo scritto tutto sembra essere più chiaro. La vera abilità della regia, probabilmente, è stata quella di riuscire ad inserire davvero bene immagini o dialoghi nella struttura narrativa, riuscendo così a soddisfare la voglia di fedeltà dei fan. La rappresentazione cinematografica, quindi, non distorce i fatti dei libri o li sconvolge, riesce a creare un perfetto finale che conclude questo film, ma fa sperare nell’arrivo del prossimo.

Spero vivamente di poter assistere alla visione di Torment il più presto possibile e che si mantenga sulla linea di questo primo film.

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